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Calcio ed eros

di Sandro Marano

 

Fa freddo. Ma non importa. Adesso non sentirò più nulla, conteranno i muscoli ben allenati e la volontà. È il mio primo incontro in serie A. Non devo sbagliare, non posso deludere chi mi ha dato fiducia…Sono grato alla sorte, a Don Biagio che mi notò… non ho mai conosciuto i miei genitori, all’inizio solo compagni di strada, spacconate e furtarelli, poi gli incontri in parrocchia, la vocazione per il calcio… E poi… ad un ricevimento due settimane fa, c’era pure Maddalena, o “Maddi” come si fa chiamare lei, una pugliese conturbante, vestita di lilla, un volto d’acqua sorgiva e due occhi neri di voluttà… No. Non può finire 0 a 0. Devo far vedere quel che valgo. Maddi mi ha promesso… Ma niente pensieri: giocare, giocare, giocare e vincere!… È già iniziato il secondo tempo… Sto bellimbusto! mi marca stretto, va bene giocare a uomo, però una piattola così… Le urla, gli striscioni e l’ola ola dei tifosi, un calcio, la palla va in rete… la nostra Terra una palla nella rete della galassia… il mio cuore è in tumulto, corro lungo la linea laterale, i compagni mi abbracciano, non vedo più nulla… Manca poco ormai… Devo tenere a bada la stanchezza… Maddi, una tazza di cioccolata bollente, un agile culo di gazzella, quatta quatta fra le mie braccia… l’arbitro ha fischiato, è finita! … 1 a 0! … Vittoria!

 

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