VII edizione de L’albero dei lumi – NEL GIARDINO: LE PIETRE MI HANNO SUSSURRATO21 giugno 2025 – San Donato di Lecce
di Anna Donata De Blasi
Anche quest’ anno, L’albero dei lumi, il maestoso ficus rubiginosa in Via Milano a San Donato di Lecce, si è illuminato di un tema nuovo; ogni solstizio d’estate, da sette anni a questa parte viene illuminato da Giuseppe Zilli, artista poliedrico salentino (pittore, scultore, poeta) con 21 lampade realizzate ogni anno in materiale diverso e con un tema diverso.
E anche ieri sera si è reiterato il miracolo dell’arte, della poesia, della musica, rendendo magica l’atmosfera. Quest’anno ricorrono gli 800 anni del Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi, 800 anni di lode a Dio e alle sue creature. Come ha raccontato l’artista, egli ha realizzato 21 lampade, che rappresentano 21 luoghi, una mappa, un percorso dove San Francesco, durante la sua vita, si è fermato: 21, multiplo di sette, perché il 7 è il numero con il quale Zilli si confronta quotidianamente nei suoi lavori.
21 sono state le edicole votive, con l’aspetto estetico della casa, perché da diverso tempo Giuseppe Zilli lavora sulla rappresentazione della casa, questo filo pentagonale, che racchiude l’intensità di una vita, di una famiglia. Le casette sono realizzate con il legno di risulta, cercando di mantenere vivo il percorso di povertà del Santo di Assisi, mentre i luoghi sono dipinti su tela.
Ad esempio, il cielo stellato rappresenta il momento in cui San Francesco s’imbarca ad Ancona, per la Terra Santa, quindi Giuseppe Zilli ha immaginato che San Francesco abbia avuto un dialogo diretto con il firmamento, con l’immensità dell’universo.
E ancora, la rappresentazione di una casa, di una bilancia, perché, quando ha avuto un sogno, in cui ha parlato con il crocefisso, c’è stato un processo a San Francesco, perché il padre non accettava la scelta di abbandonare tutto per dedicarsi ai più poveri e al Signore.
Anche la rappresentazione della casa e della croce è significativa: Francesco sogna che il crocefisso gli parli, riceve il dono di portare la croce: lì avviene l’innamoramento, l’inizio di una nuova vita: lui da soldato, diventa un creatore di bontà, di semplicità, si spoglia dei suoi abiti, parla con la natura.
E un letto di foglie colorate per rappresentare la morte di Francesco: lui, che ha vissuto di povertà, è morto in povertà: un giaciglio di morte con foglie di tutti i colori, come un arcobaleno, che lo abbraccia e lo trasporta in un’altra dimensione: l’arcobaleno, simbolo di abbraccio, perché, durante la sua vita, ha abbracciato chiunque, gli ultimi, chi era in prima fila, ha avuto un rapporto diretto con la natura.
Padre Mariano Bubbico del Convento dei Frati Minori di Giovinazzo, che ha scritto la prefazione al libro di Giuseppe Zilli “NEL GIARDINO: LE PIETRE MI HANNO SUSSURRATO”, Edizioni Milella, giugno 2025, che contiene 14 immagini delle edicole votive utilizzate per l’installazione e 21 testi poetici sul Cantico, ieri sera ha richiamato il numeroso pubblico presente a riflettere sul fatto che il Cantico è l’espressione della bellezza della natura, del modo di potersi commuovere con la natura come creatura di Dio. San Francesco, di fronte alla sofferenza, scrive le lodi a Dio, vede in tutti gli elementi naturali fratelli e sorelle. Il Cantico, scritto in volgare umbro, ha segnato non solo l’inizio della letteratura italiana, ma anche la storia della spiritualità, in modo che, leggendo la natura in tutte le sue manifestazioni ed esprimendola spiritualmente, ogni persona possa incontrare Dio e sé stesso.
Padre Mariano ci ha invitato a interrogarci su come noi oggi possiamo mettere in pratica il messaggio di San Francesco e Carlo Alberto Augeri, già ordinario di Ermeneutica del testo presso l’Università del Salento e responsabile scientifico delle edizioni Milella di Lecce, ha sottolineato che proprio in questo tempo occorre una mentalità ecoumanistica, partendo da quest’albero meraviglioso: non più l’arroganza antropologica dell’uomo principe del creato, ma la dimensione empatica, emozionale con la natura, dobbiamo sentire che l’io è il mondo, l’io è la natura, l’uomo è natura. Con questa dimensione empatica cogliamo un mondo di rassomiglianza tra noi e l’altro: mentre noi siamo sotto questo ficus rubiginosa e respiriamo l’ossigeno, le nostre cellule vivono, convivono, pensano: c’è un’intimità enorme, noi riscopriamo che aveva ragione San Francesco, che tutto è sorella, tutto è fratello, non soltanto l’umano, ma la natura è fatta di vivente, di coscienza.
Alessandro Quarta, sindaco di San Donato di Lecce, ha sottolineato la sensibilità artistica, umana, letteraria di Giuseppe Zilli, il suo rapporto viscerale con la pietra, con “li cuti”, con il territorio, che traspare in tutte le sue opere e ha letto alcuni versi: “la terra arsa, dura, scricchiola/ tra mani nodose, il cielo custode di stupore./ la notte s’illumina di splendore, tante/ luci accarezzano lo sguardo,/perché così è il cielo, una piantina,/una mappa dove scoprire i propri sogni./ lodato sii, per fratello vento e per l’aria e per il cielo;…”
Proprio fratello vento, un forte vento di tramontana ha fatto ondeggiare le 21 edicole appese al maestoso albero, come ha evidenziato Don Luca Nuzzaci, parroco di San Donato di Lecce, intervenuto all’incontro.
La serata è continuata all’insegna della buona musica con il cantautore salentino Massimo Donno che ha presentato il suo nuovo album “La spada e l’incanto”, dieci canzoni ispirate al Cantico delle Creature di San Francesco, per raccontare la sconfinata bellezza dell’universo. Il cantante e chitarrista è stato affiancato dalla voce melodiosa di Eleonora Pascarelli. I brani originali del cantautore salentino esaltano la sorprendente attualità dello sguardo francescano sul mondo e su tutte le creature, che lo abitano.
L’evento “L’albero dei lumi” è stato organizzato dal Presìdio del libro di San Donato di Lecce, in collaborazione con l’amministrazione comunale di San Donato di Lecce, l’associazione culturale Artenoa, la biblioteca di città “Gino Perrone”, l’associazione ACT SALENTO e dal Bar Blue Sky.
Appuntamento al 21 giugno 2026.
(foto di Marco Nicolaci)
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