Quando Morgana mi raccontò di Pierfranco Bruni, Milella, 2022

Redazione

 

Alberto Bevilacqua diceva della scrittura di Pierfranco Bruni: “Ogni parola ha un gesto di magia”. Magia che troviamo anche in “Quando Morgana mi raccontò”, 352 pagine di poesie divise in sezioni omogenee, in cui l’autore calabrese s’inoltra oltre il velo del mistero, misurando la parola, osservando il gesto dell’attenzione e ascoltando la magia che sembra provenire da echi lontani. Una poesia potente e delicata, scavata e alchemica, toccata, toccante e misteriosa.

Una poesia che scorre come grani di un rosario, aveva scritto Donato Valli, in prefazione ad un suo libro degli anni Novanta, che in questo elegante testo edito dalla storica casa editrice Milella, si snocciola tutta tra le dita ornate dalla preghiera del profondo.

Morgana è una metafora, un mito, un ancestrale intreccio di linguaggi e di sentieri percorribili con l’attenzione arcana dei veri maestri. Pierfranco Bruni è un maestro. Questo libro lo conferma con una immensa regia tra il pensiero poetico, il cammino mitico, il dare sapiente e filosofico.

La poesia, in questo libro, è un lungo viaggio. Si incontrano metafisici cammini tra le metafore, i miti, la memoria e il ricordare in un elegante tracciato semantico, la cui visione estetica diventa tradizione e innovazione, vissuto ed esistenza. Pierfranco Bruni usa l’allegoria già a partire dal titolo. Nel verso la tensione lirica, tra un gioco di paticità e perseveranza, crea un immaginario ironico che sta alla base del corpus dell’intero progetto poetico di Bruni.

“Quando Morgana  mi raccontò” è un testo completamente organico pur nelle articolate sezioni che reggono il complesso monumentale del libro stesso in una grammatica delle conoscenze stilistiche tra dimensioni oniriche e tempo abitato. Una poesia che è espressione di tradizione e ricerca nella summa linguistica e di coerenza poetica che parte da anni di intensa meditazione. Le voci sono destini e i luoghi sono geografie del cuore e terre abitate che restano come scavi in una testimonianza d’uomo. Una storia poetica nel destino di un poeta.

Gli archetipi formano una griglia in cui i simboli sono voci che giungono da distanze come il personaggio di Leucò, o come gli occhi di Maria Maddalena in un sacro rivelante incontro tra la magia e il sacro. Gli amori che hanno fatto una vita sono tra le pagine come i luoghi tra i mari e i deserti, tra i porti e l’isola.

Un poeta che nasce nel Novecento delle culture mediterranee e resta nell’attesa delle luci delle aurore come ebbe a dire di lui Romano Battaglia.

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