16 dicembre 2022, Officine Cantelmo, LECCE
Presentata la voluminosa silloge poetica “Fenomenologia del silenzio”, Musicaos, 2022, di Anna Rita Merico.
Ha dialogato con l’autrice Cosimo Rodia. Dalle domande e dalle risposte è emerso chiaramente che ci troviamo di fronte ad una poesia ostica, di ricerca, impregnata di filosofia, di mitologia, di classicità.
Dalla discussione sono emerse almeno due direttrici che caratterizzano questa poesia mai banale, mai convenzionale, mai ammiccante: La potenza della parola e la tensione euristica.
In sintesi. La parola cerca di de-finire i segni; i segni sono la carne, la vita che scorre, i vissuti, i destini che nel mentre si offrono, già non lo sono più, perché sono altro. In questo fluire eracliteo, ecco la ricerca di senso con la poesia investigante. La parola è utilizzata per rappresentare ciò che avviene (il divenire dell’Essere, [quello che ci appare]). La scrittura è un far venire alla luce, sicchè si giustifica lo sguardo rivolto al Sud come nelle liriche: La Madia, Irsina, Craco: “Era tutto lì/una scatola di latta e di biscotti/una scarpa capovolta/una spalliera di letto in ferro/e il coccio di un piatto/e l’angolo di un camino/entrammo in Craco di sopra/le strade le case le stanze/non toccammo nulla/con gli occhi tessemmo le aeree architetture/franati anche noi/nelle viscere di un ricordo/nelle linfe di un tempo”.
I tempo sospeso di Craco è la testimonianza di un passaggio, di un’appartenenza, ma anche di un fluire di cui è necessario coglierne e cristallizzarne la memoria.
Foscolo aveva odiato il verso che suona e non crea; ebbene i versi di Merico creano, quasi con una velata preghiera affinchè la parola poetica sia capace di rappresentare qualcosa di significativo.
Una bella serata con un parterre interessante visto l’intrecciarsi di uomini come l’editore di “Anima mundi” Giuseppe Canoci, lo scrittore e fotografo Marco Alemanno, la giornalista Emanuela Chiriacò.
Naturalmente, l’occasione è stata adeguata anche per propagandare la rivista PAGINE GIOVANI e il Portale di letteratura INTERZONA NEWS.
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Dalla discussione sono emerse almeno due direttrici che caratterizzano questa poesia mai banale, mai convenzionale, mai ammiccante: La potenza della parola e la tensione euristica.
In sintesi. La parola cerca di de-finire i segni; i segni sono la carne, la vita che scorre, i vissuti, i destini che nel mentre si offrono, già non lo sono più, perché sono altro. In questo fluire eracliteo, ecco la ricerca di senso con la poesia investigante. La parola è utilizzata per rappresentare ciò che avviene (il divenire dell’Essere, [quello che ci appare]). La scrittura è un far venire alla luce, sicchè si giustifica lo sguardo rivolto al Sud come nelle liriche: La Madia, Irsina, Craco: “Era tutto lì/una scatola di latta e di biscotti/una scarpa capovolta/una spalliera di letto in ferro/e il coccio di un piatto/e l’angolo di un camino/entrammo in Craco di sopra/le strade le case le stanze/non toccammo nulla/con gli occhi tessemmo le aeree architetture/franati anche noi/nelle viscere di un ricordo/nelle linfe di un tempo”.
I tempo sospeso di Craco è la testimonianza di un passaggio, di un’appartenenza, ma anche di un fluire di cui è necessario coglierne e cristallizzarne la memoria.
Foscolo aveva odiato il verso che suona e non crea; ebbene i versi di Merico creano, quasi con una velata preghiera affinchè la parola poetica sia capace di rappresentare qualcosa di significativo.
Una bella serata con un parterre interessante visto l’intrecciarsi di uomini come l’editore di “Anima mundi” Giuseppe Canoci, lo scrittore e fotografo Marco Alemanno, la giornalista Emanuela Chiriacò.
Naturalmente, l’occasione è stata adeguata anche per propagandare la rivista PAGINE GIOVANI e il Portale di letteratura INTERZONA NEWS.
