Nasce “Materìa” – Come un’introduzione

di Sandro Marano

 

Carta stampata contro telematica, materialità dell’inchiostro contro virtualità dello strumento tecnologico, naturale contro artificiale. È questa la scommessa ed anche l’intento principale che ha mosso e riunito, quasi per gioco, durante il periodo del confinamento alcuni docenti e scrittori che rispondono ai nomi di Liliana Carone, Nicola De Matteo, Ezia Di Monte, Maria Pia Latorre, Celeste Maurogiovanni, Elvira Maurogiovanni, Chiara Troccoli e Gheti Valente nel dare vita, con la consulenza grafica ed artistica di Paolo Polvani e Daniele Giancane, a questa rivista, significativamente intitolata MATERia. Lo spiega bene, con una punta di orgoglio, Maria Pia Latorre nel suo editoriale: «Riteniamo necessario ribadire l’importanza, se non il  primato, della materia in contrapposizione alla immaterialità della virtualità. In un’epoca in cui l’interconnessione globale sembra essere l’unica via percorribile per la sopravvivenza della civiltà del terzo millennio, noi affermiamo che sia necessario riprenderci spazi di vita reale, fatti di volumi e colori, di corpi e movimento, di sensorialità e percezioni, di imprevedibilità e fantasia».

La pubblicazione, il cui primo numero ha visto la luce nel corso del 2022, si occupa di letteratura, di poesia, di arte, di musica, di storia, di costume e società. E già nel nome palesa il concetto di origine, di fondamento, di “mater”, quasi un voler cercare ed affermare l’importanza della presenza di fronte all’astrazione.

Nella rubrica dedicata alla letteratura Celeste Maurogiovanni si interroga sul valore del genere poliziesco con riferimento alle figure femminili di investigatrici presenti non solo in tanti fortunati romanzi dei nostri giorni, ma anche negli sceneggiati trasmessi in TV, mettendo in dubbio che il poliziesco di genere sia «vera gloria».

Maria Pia Latorre intervista Raffaele Nigro, candidato al Nobel, in particolare sul suo ultimo romanzo, Il cuoco dell’imperatore, e sulla predilezione dell’autore per il romanzo storico. Al romanzo storico di Giuseppe Catozzella, Italiana, che illumina la vicenda poco conosciuta della brigantessa calabrese Maria Oliverio, è dedicata invece la recensione di Paola Santini.

Nella rubrica Poesia spiccano le poesie classicheggianti di Raffaello Volpe ed ironiche di Giuliano Maroccini.

Seguono varie riflessioni sul mondo dell’infanzia: Ezia Di Monte ci parla dello spazio negato ai bambini dalla pandemia; Gheti Valente dello «Sguardo lungo di Maria Montessori» e Liliana Carone dei libri colorati in relazione all’infanzia. Sull’importanza dello sguardo e dell’amore con cui guardiamo le cose si sofferma Chiara Troccoli Previati, che cita il bell’aforisma Simone Weil: «Ciò che salva è lo sguardo».

Segue un’intervista di Maria Pia Latorre a Daniela Ciriello, nipote della rinomata fotografa Chiara Samugheo che si è spenta Bari il 13 gennaio 2022 e che a partire dagli anni ’60 si è distinta nel seguire trasformazioni sociali e culturali della nostra nazione.

Nicola De Matteo ci parla dell’arte della danza, mentre Claudia Babudri ci restituisce storicamente la figura di Egeria, una pellegrina medievale, autrice di un Itinerario. Ricordiamo a questo proposito che gli Itineraria cristiani sono «racconti di viaggio dalle tipiche connotazioni spirituali», che testimoniavano «la verità dei luoghi sacri, andando oltre lo sguardo».

Chiude il numero un Elzeviro di Elvira Maurogiovanni dedicato alla sua esperienza educativa: «Il coraggio, l’intelligenza ed insieme la capacità di sognare che vediamo negli occhi, nello sguardo dei più piccoli, nostri figli, nostri nipoti, nostri alunni può dare al nostro stile di educazione, e perché no, al nostro stile di vita quel coraggio, quella intelligenza, quella forza che anche noi abbiamo avuto un tempo: da bambini».

 

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