Il Battista di Anna Santoliquido, Nemapress edizioni, 2023

di Cosimo Rodia

 

In Il Battista sgorgano parole-sangue nell’inseguire il mistero, in questo racconto del già noto, che qui si riveste con nuove metafore, grazie al linguaggio che richiama la potenza dell’anima.

Anna Santoliquido si sofferma, infatti, su una figura abbondantemente conosciuta sia nel campo iconografico, sia in quello letterario, per riproporla nel suo dramma e nella sua contestuale aura di santità.

Chi vive nella certezza della fede, non conosce il senso del tragico, proprio come il Battista che riconosce Gesù senza tentennamenti e subito ne ammette la superiorità, tanto che dice: “Come posso battezzare chi mi sovrasta! Sono io che ho bisogno di te”.

Il Battista esprime la certezza del chierico; una certezza rassicurante; e quando Salomè, la “più preziosa delle gemme”, con la supponenza di avere il mondo in mano in ragione della sua bellezza, esprime il desiderio della testa del Battista, questi continuerà a vivere, per diventare “albero o pietra”: pur “con la testa mozza” egli ha “il Paradiso negli occhi”.

Una scrittura teatrale in due atti e bilingue (italiano-inglese) che richiama la bellezza della fede, la sostanzialità dell’eternità rispetto alla transitorietà terrena.

Una prova impegnativa, superata dall’Autrice grazie alla capacità di padroneggiare un linguaggio poetico pronto a salti semantici e a significazioni altre.

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