Siamo qui di Anna Lavatelli, Raffaello, 2023

di Cosimo Rodia

 

Il romanzo Siamo qui sarebbe stato frammentario, se non ci fosse stata la mano sapiente di Anna Lavatelli, nell’affabulare a suo modo una storia, che presuppone una puntuale conoscenza psicologica dei preadolescenti. È un romanzo di formazione psico-relazionale, nella misura in cui mette in chiaro atteggiamenti, volizioni, sogni di ragazzi in una fase formidabile di passaggio che porta alla prima maturità.

Lavatelli escogita un diario scritto dalla protagonista, Mara, che frequenta la terza medie, vuole diventare giornalista e per lasciare una traccia indelebile dei compagni di classe, che presto avrebbe lasciato, appena prima degli esami scrive un quadro psico-caratteriale di ognuno. Per opportunità, l’autrice si impegna a far leggere quanto scrive solo dopo quarant’anni, in modo da essere libera di tratteggiare pregi e difetti di ognuno.

Così sciorina quadretti umani che altro non sono che il mosaico delle personalità che compone il genere umano. Quindi troviamo la ragazza ‘lunatica’, imprevedibile e finanche con capacità divinatorie; il ‘bradipo’, ragazzo inappuntabile che non conosce esuberanze; il campione provetto di ciclismo, protetto dal prof. di educazione fisica; la ragazza dal carattere oppositivo per problemi d’inserimento dopo essersi trasferita da un’altra città; il ragazzo che oltre ad essere bello è anche esemplare; le amiche inseparabili; la studentessa bravissima ed altruista; la bravissima e, di contro, insopportabile; il ragazzo che semina allegria; l’influencer che “non segue il trend ma in qualche maniera lo anticipa”; poi l’amica del cuore; infine, non mancano le figure del bidello e dei professori, ognuna col proprio stile e con le proprie fisime.

È un libro che si inserisce nel filone che parla di scuola, sia per inquadrare aspetti pedagogici (velatissimi), sia per manifestare i caratteri umani, che a loro volta altro non sono che lo specchio della nostra società e delle nostre famiglie.

La scuola è evidentemente un topos della letteratura e com’è nella tradizione deamicisiana, qui vengono sciorinati le dinamiche tra professori e alunni e tra gli alunni della stessa classe.

È inevitabile non vedere la scuola come crocevia di crescita perché zona di contatto tra soggetti di diversa estrazione sociale, di diverso approccio culturale alla vita, luogo di accoglienza, luogo di sfida e di affermazione della propria personalità.

C’è una visione positiva alla base del romanzo della Lavatelli, ovvero, la scuola come luogo di formazione e di interazione che porta a diventare grandi.

Naturalmente, nel romanzo a struttura diaristica, il punto di vista narrativo è quello della protagonista che parla dei suoi coetanei, per cui non c’è mai una critica distruttiva, ma la rappresentazione della diversità, data come naturale e senza che essa costituisca un limite, ma un dato al quale adeguarsi, dal cui rapporto, comunque, si rafforza il carattere personale di essere nel mondo.

Un libro scritto con la dovuta leggerezza, con descrizioni rapidi, con l’uso di iperbole, ridondanze, facili schematizzazioni, e con un linguaggio alternativamente medio e colloquiale, da risultare accattivante.

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