Tu ridi da Luigi Pirandello[1] a Paolo[2] e Vittorio[3] Taviani

di Italo Spada

 

Trama delle quattro novelle:

 

1) Tu ridi

Anselmo è un poveruomo dalla vita grama che, pur non ricordando mai i sogni che fa, durante la notte ride come un matto. Un giorno, finalmente, sogna e ricorda: egli ride perché sogna gli scherzi che il suo capo ufficio fa al collega Torella. Insomma: riesce ad essere felice solo in sogno e solo per le disgrazie altrui.

 

2) L’imbecille

Il suicidio di Pulino, un povero disgraziato di Costanova, viene commentato con scherno da un politico locale (Paroni), il quale non esita a definire imbecille un uomo che, avendo deciso di morire, non ha pensato a nobilitare la sua morte con un atto di pubblica utilità, quale quello di eliminare l’odioso politico rivale Mazzarini, residente a Roma. Luca Fazio, che è ritornato in paese da Roma ed è disperato quanto Pulino, decide di giocare un brutto scherzo al borioso Paroni. Gli si presenta a casa e gli racconta che, avendo deciso di suicidarsi, è stato contattato da Mazzarini, il quale gli ha proposto di nobilitare la sua morte con un atto di pubblica utilità: uccidere il suo rivale di Costanova. Sotto la minaccia di una pistola, Fazio costringe Paroni a scrivere una lettera di scusa per avere parlato male del povero Pulino e gli fa prendere coscienza del fatto che il vero imbecille è proprio colui che parla a vanvera.

 

3) Sole e ombra

Ciunna, ladro per amore del figlio, ha deciso di suicidarsi. Dopo avere scritto una lettera di addio, si reca in riva al mare, ma prima di annegare incontra un suo vecchio amico, Tino, il quale, nonostante le delusioni della vita, è ottimista. Ciunna torna sui suoi passi, ma sulla strada del ritorno si ricorda della lettera scritta e ingoia del veleno.

 

4) La cattura

Tre ignoranti paesani si improvvisano sequestratori catturando Guarnotta, un ricco possidente. Quando si rendono conto del fallimento della loro impresa (il riscatto sul quale contavano non può essere pagato da altri che dal sequestrato) è troppo tardi anche per il rilascio dell’ostaggio, il quale, tra l’altro, li ha già riconosciuti. Costretto a rimanere prigioniero sui monti, Guarnotta familiarizza con i tre balordi e con le loro famiglie e muore “come un santo” mentre gioca a moscacieca con i bambini dei suoi sequestratori.

 

 Due (anzi sei) testi a confronto 

Tu ridi – L’imbecille – Sole e ombra – La cattura Tu ridi
le novelle  il film 
1a) Tu ridi 1) Felice
Anselmo ride di notte.

La moglie lo sveglia perché non riesce a dormire per colpa sua. E’ gelosa.
Felice, contabile di teatro, ex baritono, ride di notte.

La moglie Marika (bulgara) lo sveglia. E’ gelosa.
(la vita grama di Anselmo: cinque nipotine, il figlio morto, la nuora scappata di casa)  
  Flash-back: dal quadro al teatro dell’opera: Felice canta ne  L’italiana in Algeri
  Tobia, il collega claudicante di Felice, nel salire le scale di una via del paese, viene preso in giro dal sovrintendente. Felice gli raccoglie il bastone.
  Felice in ufficio. Tobia lo incoraggia ad andare ad assistere di nascosto alle prove. Felice, spettatore nascosto, applaude e viene redarguito.
Anselmo consulta un medico. Se ride vuol dire che sogna, anche se non ricorda.  Sono felice solo in sogno. Felice è dal dottore: lei sogna ma non ricorda.
  Felice sogna di nuovo. La moglie bulgara lo rimprovera. I due bisticciano.
Anselmo finalmente sogna e ricorda: la beffa del capo ufficio al povero Torella. Anselmo ride delle disgrazie altrui. E di che altro poteva ridere? Felice va via di casa. Dorme in campagna. Una  pigna gli cade sulla testa e lo sveglia: stava  sognando l’amico Tobia umiliato dal sovrintendente.
  Felice fa ritorno a casa. Incontro-scontro con l’uomo in bici che non vuole ascoltarlo.

A casa scopre che Marika l’ha lasciato.
  Al caffè del teatro, Felice apprende la notizia del suicidio di Tobia.
  A casa di Tobia. Il rimorso di Felice e la “digestio mortis” del cadavere. L’eredità del bastone di Tobia. Felice decide di suicidarsi. Scrive una lettera alla moglie.
1b) L’imbecille  
Costanova: Pulino si suicida. Paroni, al caffè, lo definisce “imbecille”. Motivo? Prima di suicidarsi, poteva anche andare a Roma per ammazzare il deputato Mazzarini, suo rivale in politica! Il commento del sovrintendente. Tobia è un imbecille
Luca Fazio ascolta tutto. Viene da Roma ed ha attraversato anche lui brutti momenti. Va via dal caffè. Felice ascolta.
Paroni, nel rincasare, nota che qualcuno lo sta seguendo Il sovrintendente, nel rincasare, nota che qualcuno lo sta seguendo.
Sul portone di casa si accorge che si tratta di Fazio. Sul portone di casa si accorge che si tratta di Felice.
A casa del Paroni, Fazio narra le sue disgrazie, il suo tentativo di suicidio, l’intervento di Mazzarini: “Vai a Costanova e prima di suicidarti  ammazza Paroni.” Fazio minaccia Paroni. Lo costringe a scrivere una lettera di scusa per avere parlato male del povero Pulino. La vendetta di Felice: minaccia e umilia il sovrintendente.

 

Gli fa scrivere la lettera. E’ lui il vero imbecille.
Fazio va via per fare una cosa un tantino più difficile di quella di scrivere una lettera. Felice va via per fare una cosa un tantino più difficile di quella di scrivere una lettera.
1c) Sole e ombra  
  Felice regala la pistola giocattolo a un bambino.
Ciunna è reo di peculato. Ha sottratto del denaro per andare incontro alle ristrettezze economiche del figlio. Ora medita di avvelenarsi. Meglio annegare. Scrive una lettera di addio.  
Ciunna ordina la carrozza e va al mare. Felice ferma un taxi. Si fa portare al mare.
Lungo la strada, Ciunna saluta le persone e le cose. Lungo la strada, Felice rivolge un invito ai poveri.
  (La musica di Kaos e il tintinnio del campanello legato alla zampa del corvo.)
Sulla spiaggia, Ciunna  incontra Tino, suo vecchio amico e neo divorziato, che lo invita a fare il bagno. Tino non vede riaffiorare Ciunna. Felice incontra Nora, ex collega cantante. Il bagno. Felice non emerge dall’acqua; la paura di Nora.

 
Al ristorante in allegria.  Visita del vaporetto inglese.  Al mercato del pesce.

Ciunna non vuole più suicidarsi.

Torna a casa.
A pranzo. Nora canta e Felice ascolta.

Nora lo invita a cantare L’italiana in Algeri.

Felice accetta. Ha successo.
  Nora si allontana con gli artisti e con il suo uomo.
Ciunna si ricorda della lettera già scritta.

Teme la vergogna e il disonore.

Prende il veleno; avverte i primi effetti.
 

Felice vaga sulla spiaggia.

Si suicida?
2) La cattura 2) Due sequestri
  Rocco, mafioso affiliato, si allena nelle arti marziali.

Il figlio di un mafioso pentito è stato sequestrato.
  Rocco lo sorveglia; è gentile con lui.

Al bambino è stato regalato un computer.
  Il bambino viene trasferito in un hotel deserto d’alta montagna.

Nel percorso di trasferimento vede, non visto,  la sorella e la madre.
  Rocco e il bambino mangiano e giocano insieme.
  Il bambino osserva con il cannocchiale un monte vicino.
  Rocco gli racconta di un altro sequestro, avvenuto 100 anni prima. Quello di Ballarò.
   
Presentazione di Guarnotta: ricco possidente di paese,  tutto lavoro e casa, a lutto per la morte del  figlio di primo letto,  risposato. Ballarò sta rientrando a casa.
Tre uomini lo catturano. Tre uomini lo catturano.
Si ritrova in una grotta. Lo portano in una grotta.
Lo invitano a scrivere una lettera per ottenere il riscatto. Lo invitano a scrivere una lettera per ottenere il riscatto.
I sequestratori sono ignoranti e non sanno nemmeno come si tempera una matita. I sequestratori sono ignoranti e non sanno nemmeno come si tempera una matita.
Guarnotta riconosce Manuzza. Ballarò riconosce Manuzza.
Guarnotta convince i suoi sequestratori dell’inutilità della cattura. Ballarò convince i suoi sequestratori dell’inutilità della cattura .
  I tre portano alla grotta il vecchio padre. Hanno sbagliato, ma non possono più liberare Ballarò.

Hanno deciso di non ucciderlo, ma di tenerlo ostaggio a vita.
Guarnotta riconosce Fillicò. Ballarò riconosce Fillicò.
Guarnotta parla di astronomia. Ballarò parla di astronomia.
  Fillicò ripete alla moglie la “lezione” di Ballarò.
Guarnotta solidarizza con i suoi sequestratori e con le loro famiglie. Ballarò solidarizza con i suoi sequestratori e con le loro famiglie.
Guarnotta muore dopo due mesi mentre gioca con i ragazzini a moscacieca.

Viene seppellito come un santo.
Ballarò muore dopo due mesi mentre gioca con i ragazzini a moscacieca.

Viene seppellito.
   
  Il mafioso pentito ha parlato.

Le macchine dei boss si allontanano dall’hotel.
  Rocco è dispiaciuto, ma non può ribellarsi agli ordini ricevuti.
  Rocco e il bambino giocano con il pallone.
  Il bambino viene ucciso.

Il suo corpo è squagliato nell’acido.
  Rocco è in carcere.

Lo vediamo, come nella prima scena, mentre continua ad allenarsi nelle arti marziali.
Riflessioni

 Quattordici anni dopo Kaos i fratelli Taviani si ispirano ancora una volta alle Novelle per un anno di Pirandello, ma questa volta la loro fatica si distingue per l’originalità della trasposizione filmica.

Nella prima parte del film fanno confluire in un solo racconto tre novelle: Tu ridi, L’imbecille, Sole e ombra. Le tre storie hanno in comune l’infelicità dei protagonisti ed è già geniale (oltre che pirandellianamente corretto) avere unificato i tre nomi dei protagonisti (Anselmo, Luca, Ciunna) in Felice, un nome che evoca “l’avvertimento e il sentimento del contrario” del Saggio sull’umorismo, e il  “cannocchiale rovesciato” de La tragedia di un personaggio. E’ come se i due fratelli Taviani avessero scoperto una parentela fra i tre personaggi; meglio: un solo volto dietro tre maschere. In questa loro scelta non c’è alcuna forzatura del testo, ma solo una lettura intelligente della poetica di un autore. Nello stesso modo vanno interpretate anche le licenze e le intrusioni prese, per lo più, da altri testi di Pirandello: la moglie bulgara di Felice, la sua passione per la lirica, la caduta della pigna, il suo incontro con l’uomo in bici, la “digestio mortis” di Tobia, il regalo della pistola giocattolo ad un bambino…

Un commento a parte merita anche uno “stacco” sonoro all’interno del primo episodio, ed esattamente quello che accompagna Felice quando decide di recarsi al mare per suicidarsi. La musica è quella stessa che separava i vari racconti di Kaos, con il tintinnio del campanello legato alla zampa del corvo catturato e seviziato dai pastori nell’episodio che fungeva da introduzione. Averlo ripreso e ripresentato anche in Tu ridi non può avere altra spiegazione se non quella che già aveva: fare da collante non solo all’interno di un film, ma anche tra un film e l’altro. Come dire: legare un discorso solo formalmente spezzettato in varie storie, ma sostanzialmente unico e consequenziale nella poetica.

 

Operazione diversa (ma ancora una volta originale) quella adottata nel secondo episodio, La cattura.

Pirandello, si sa, narrava fatti assurdi e surreali solo apparentemente, giacché il suo intento era di convincere il lettore che la vita è più strana e fantasiosa di quanto si pensi e  appaia. Costretto (dal progetto ideato e non ultimato delle Novelle per un anno e dagli impegni assunti con Il Corriere della Sera) a sfornare storie, si ispirava spesso a fatti realmente accaduti, finendo con l’indirizzare ai lettori una sorta di avvertimento: “guardatevi intorno e vi accorgerete che non sto inventando niente”.

La sua intuizione non si è esaurita nel tempo e ancora oggi la sua opera continua ad essere attuale e il suo teatro è tra quelli più rappresentati nei palcoscenici del mondo.

I fratelli Taviani, attualizzando La cattura con l’originale incastro all’interno di un fatto di cronaca realmente accaduto (il sequestro e l’uccisione barbara di un bambino, figlio di un mafioso pentito), non hanno fatto solo un discorso sociale (la mafia attuale è più disumana di quella di una volta), o un esercizio di calligrafia filmica (valgano da esempio le bellissime sequenze della scoperta da parte degli ignoranti sequestratori del mondo che gira), ma hanno anche detto che – nel cinema e con il cinema – “ciò che si trae” può avere dignità artistica pari “a ciò da cui si trae”.

 

 

[1] Agrigento 1867 – Roma 1936

[2] San Miniato 1931

[3] San Miniatro 1929 – Roma, 2018

Lascia un commento