All’ombra della luce della luna di Silvia Ruggiero, in.edit edizioni, 2022

di Riccardo Pagano

 

Viaggio e trovo. Viaggio e piacevolmente mi perdo. Così scrive in finale di una poesia, “Il Viaggio”, Silvia Ruggiero. Sì, il viaggio dell’Amore. In questo peregrinare d’Amore costantemente ci si perde e ci si ritrova. Alla domanda “che cos’è l’amore?” Socrate così risponde: “Perciò, in quanto figlio di Poros e di Penìa, Amore si trova in questa condizione: in primo luogo è sempre povero e tutt’altro che tenero e bello, come invece ritengono i più, anzi è aspro, incolto, sempre scalzo e senza casa, e si sdraia sulla terra nuda, dormendo all’aperto davanti alle porte e per le strade secondo la natura di sua madre, e sempre accompagnato dall’indigenza. Invece per parte di padre insidia i belli e i virtuosi, in quanto è coraggioso e ardito e veemente, e cacciatore astuto, sempre pronto a tessere intrighi, avido di sapienza, ricco di risorse, e per tutta la vita innamorato del sapere, mago ingegnoso e incantatore e sofista; e non è nato né immortale né mortale, ma in un’ora dello stesso giorno fiorisce e vive, se la fortuna gli è propizia, in altra invece muore, ma poi rinasce in virtù della natura del padre, e quel che acquista gli sfugge sempre via, di modo che

Amore non è mai né povero né ricco, e d’altra parte sta in mezzo fra la sapienza e l’ignoranza”.

L’Amore, Eros, figlio del ricco Poros e della indigente Penia vive in una terra di mezzo tra ciò che è e ciò che non è ancora. Quindi che cos’è veramente l’Amore?

È mancanza, è ricerca. L’Amore alberga lì dove manca, è il desiderio di ciò che è vissuto nella condizione di povertà intesa lato sensu. L’Amore non è tenero e dolce, ma spesso è forte se non addirittura crudele.

L’Amore è tiranno, è dominatore, L’Amore è follia, è senza freni, è irriverente, Se il padre di Amore è Poros che significa non solo “ingegno”, ma anche “via d’uscita” allora vuol dire che tramite l’Amore si può aspira-

re al divino per i poveri mortali.

L’Amore spinge l’uomo a superare la sua misera terrestrità, metaforicamente a sollevarsi da terra. Quando si vive l’Amore, quando si è innamorati si cambia, ci si trasforma, spesso ci si perde. Cercare l’Amore è perdersi, è vivere la follia, al tempo stesso, però, si avverte il senso del tragico perché si teme la perdita dell’amato. Si teme il vuoto, il senso della solitudine, la tragedia.

Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente”, così il grande Shakespeare invita ad amare ben consapevole della tragedia Amore.

Egli così continua: “L’amore è forse una cosa delicata? Direi piuttosto che sia troppo rude e troppo aspra e infine troppo violenta. E punge come uno spino. L’amore è una tenera cosa? È troppo rude, troppo brutale,

troppo aspro e punge come una spina. L’amore è vaporosa nebbiolina formata dai sospiri; se si dissolve,

è fuoco che sfavilla scintillando negli occhi degli amanti; s’è ostacolato, è un mare alimentato dalle lacrime degli stessi amanti.

Che altro è esso? Una follia segreta, fiele che strangola e dolcezza che sana. L’amore corre ad incontrar l’amore con la gioia con cui gli scolaretti fuggon dai loro libri; ma l’amore che deve separarsi dall’amore ha il volto triste degli scolaretti quando tornano a scuola.

Il mio slancio è infinito come il mare, e non meno profondo è il mio amore; più te ne dono più ne posseggo, perché entrambi sono infiniti”.

In queste frasi Shakespeariane il senso dell’Amore si manifesta in tutti i suoi molteplici aspetti.

Il libro di poesia della sensibile e delicata, ma altresì forte ed energica Silvia, racchiude i significati dell’Amo-

re che possono essere benissimo rintracciati nei titoli delle poesie che scorrono nell’indice.

Leggendoli attentamente si evidenzia la forza dell’Amore e tutti i suoi risvolti: dolcezza, durezza, felicità e tragedia, presenza e assenza.

L’Amore per Silvia è vita, è nella relazione con gli altri, traspare nei volti, si mimetizza nei sogni.

 

Il viaggio

Viaggio in questo mondo così strano,

raccolgo sulle spiagge

ciò che lascia la marea.

Mi innamoro delle pietre

che brillano al sole

che immobili rimangono

mentre io ancora una volta

mi incammino.

Viaggio

e lascio dietro di me

deserti

e città parzialmente esplorate.

Viaggio e lascio vite

che proseguono senza di me.

Guardo il mondo,

le persone coi loro misteri,

la natura con le sue ferite,

gli occhi sempre irrequieti.

Vivo le vite degli altri

e poro tutti con me

in una contraddizione

che anima le mie notti.

Il vento soffia forte

e mi spinge lontano.

Viaggio e lascio,

viaggio e perdo ciò che lascio.

 

Viaggio e trovo.

Viaggio e piacevolmente mi perdo.

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