Anime perdute. Anime ritrovate di Paolo Cillo, G.C.L. edizioni, 2023

di Nunzia Piccinni

 

Paolo Cillo nella silloge Anime perdute. Anime ritrovate” compie un affascinante viaggio dentro se stesso, unendo momenti di vita personale ad importanti tematiche di interesse collettivo. La sua analisi è lucida, limpida, priva di sovrastrutture che possano confondere la realtà. Al poeta interessa arrivare all’essenziale, utilizzando parole chiare ed efficaci e togliendo ogni maschera, per coinvolgere il lettore rendendolo partecipe di un comune sentire.

Il testo è diviso in due parti che si completano e si compenetrano a vicenda. All’inizio le liriche tratteggiano una condizione di disorientamento che però non sfocia mai nella disperazione totale. Al contrario, e qui subentra la seconda sezione, c’è sempre spazio per la rinascita e il riscatto. Può capitare di “smarrire la strada”; di sentirsi schiacciati da “disordini e disastri”; di “trascinare un bagaglio pesante” fatto di “attese e aspettative”; di soffrire per “ferite che non si rimarginano”. Ma “la vita è una scelta.” Dipende da noi se vogliamo essere “attori o spettatori”; se vogliamo soccombere dinanzi alle inevitabili difficoltà o se proveremo a trasformarle in opportunità di crescita. Esiste “una strada nuova” da percorrere in cui inseguire “sogni e speranze”, ritrovando i propri valori; recuperando i ricordi e guardando al futuro con fiducia. “Reagire diventa un dovere” e dinanzi alle “meraviglie del creato” non possiamo abbandonarci all’angoscia. “Bisogna avere il coraggio delle proprie idee”; “rompere gli schemi”, coltivare “l’amore, l’amicizia, l’allegria, la fratellanza”. “Il bene esiste” ed entrando in empatia con gli altri i “buoni sentimenti” trionferanno sui “cattivi pensieri”!

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