Intervistiamo: Roberta Fiordiponti

di Barbara Gortan

 

Sir Arthur Conan Doyle dice, il modo migliore per recitare una parte è quello di viverla. L’attrice Roberta Fiordiponti era predestinata alla recitazione; ha studiato e lavorato con grandi nomi dello spettacolo. Racconta che la passione è nata sin da i primi anni di vita, ha avuto la fortuna di avere una mamma innamorata anche lei del teatro che l’ha sempre portata a spettacoli di ogni genere: dal teatro classico, alle rappresentazioni sacre, alle commedie, finanche a quelli drammatici. È stata incoraggiata, molto stimolata e sostenuta. Dice che avere contatti diretti con il teatro sin da piccola l’ha aiutata tanto, sostiene che i bambini apprendono subito. Tra i più giovanissimi alunni della scuola dove insegna teatro, capita spesso che dopo aver sentito una sola volta un lungo pezzo recitato, lo sappiano ripetere senza errori.

 

Quali sono i tuoi maestri di riferimento?

Ho cominciato a studiare e collaborare con il maestro Giorgio Pucciariello, con il quale abbiamo fondato la prima compagnia teatrale che si chiama Nuda Veritas e tra i firmatari della primissima fondazione c’era anche il ben noto attore tarantino Michele Riondino (protagonista della fiction di successo della RAI, Il giovane Montalbano, Distretto di Polizia, La freccia nera per la regia di Fabrizio Costa. Attore di cinema e anche regista nell’opera La vergine del Drago con la collaborazione nella super visione ai testi di Andrea Camilleri).

Sin dagli esordi ho avuto fortuna, ma ho anche saputo scegliere il mio maestro, Giorgio Pucciariello, persona eccezionale; mi piaceva come lavorava, un uomo di cultura, di grande spessore, di straordinaria intelligenza, non comune. Capí subito quali erano le mie propensioni e mi presentò all’attore, regista e poeta Ettore Toscano, amico e collaboratore di Orazio Costa, interprete nel Il gabbiano e in Jacques Copeau, al cinema di Ginepro fatto uomo di Marco Bellocchio, Gli amori di Angelica di Luigi latini De Marchi e Il trittico di Antonello, di Francesco Crescimone, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Ha preso parte a numerosi sceneggiati Rai e tantissime rappresentazioni teatrali. Ha curato la regia e fu anche attore di Poveri davanti a Dio del drammaturgo pugliese Cesare Giulio Viola, insomma un grande attore.

Ho lavorato tanti anni per loro contemporaneamente; poi, Giorgio Pucciariello, Ettore Toscano, compresa la sottoscritta, abbiamo fondato la compagnia della quale adesso sono io la presidente che si chiama “ Pagine Verticali”; abbiamo organizzato bellissimi e meravigliosi spettacoli.

Ettore Toscano era un poeta, ha pubblicato vari libri, e nel 2020 una raccolta dei testi più rappresentativi dal titolo “ Poesie scelte”

Con lui ho potuto approfondire la cura del testo poetico, la cura della parola, il gusto, mi ha trasmesso il sapere, Ettore ha portato in giro il suo omaggio a Vittorio Bodini e Raffaele Carrieri, altro poeta importante del Novecento Italiano.

Il terzo maestro è Francesco Zigrino, che appartiene a una famiglia nobile di Taranto, grande intellettuale, con lui per due anni ho approfondito uno studio sul drammaturgo, scrittore, poeta, sceneggiatore Samuel Beckett. È stato un lavoro dettagliato, minuzioso, viscerale.

 

Qual è il rapporto con la poesia?

Diceva il mio maestro Ettore Toscano, quando una persona si definisce un attore, per averne dimostrazione chiedigli di leggere una poesia.

La poesia, rispetto alla prosa, ha un corpo dove ogni parola è incastonata. Nella poesia da una parola a un’altra si cambia l’universo, mentre nella prosa hai anche più di quattro righe per riuscire a far entrare il lettore in un ambito; la poesia può essere una parola che si accende tutta in un universo.

Mi piace la poesia, la letteratura, faccio parte del Gruppo Taranto, un’associazione guidata da Aldo Perrone, che svolge attività culturali di altissime iniziative, fu fondata dal direttore della Voce del popolo , Antonio Rizzo, che istituì un Premio Letterario magistrale il “ Premio Taranto” dove parteciparono grandi nomi del panorama letterario.

 

Cosa ti auguri per il futuro professionale?

Sono affamata, curiosa, libera, mi innamoro dei testi, ho sempre continuato a studiare. Per un anno sono andata alla libera università di Alcatraz a Gubbio, un posto incantevole dove insegnava lo scrittore e poeta Stefano Benni, è uno degli sceneggiatori e drammaturghi viventi preferiti, con la sua supervisione ho messo in scena dei suoi monologhi  in diversi spettacoli.

Sono molto orgogliosa dei miei studi, chi esce dal teatro si riconosce subito, è difficile che possa essere un termosifone sfiatato.

Mi auguro di continuare a studiare e insegnare. Insegnare mi piace tantissimo, quando lo faccio anche per ore, mi devono fermare, non sento la fatica. Mi do completamente, cerco di trasmettere quello che ho imparato, l’amore per la recitazione.

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