Il mondo sommerso di Fulvia Degl’Innocenti e Chiara Bigatti, Edizioni Theoria, 2021

di Cosimo Rodia

 

Un albo illustrato con tavole seducenti e percorse da processi cromatici cangianti lungo la narrazione, che ricordano la Commedia, allorquando Dante rappresenta l’Inferno con tinte fosche, tra nebbia e penombra, e il Paradiso con luci, faville e musiche.

Il protagonista è Markus, un ragazzo malinconico per la perdita del nonno, di cui ricorda le sue storie circa un mondo fatto di palazzi, tecnologia, macchine, strade… ma perduto, collassato, per l’inquinamento e i cambiamenti climatici. Markus rinviene una chiave e un messaggio del nonno che lo sollecita a cercare un tesoro. Trova un forziere con uno scafandro che indossa e inizia un viaggio sottomarino; s’imbatte in carcasse di auto, strade ferrate sbilenche, sovrabbondanza di plastica, foreste decomposte, città abbandonate, campanili spezzati… che lasciano solo intuire i fasti di un mondo perduto. Lungo il cammino incontra anche delle lingue di terra abitate da uomini infelici. Dopo tanto viaggiare, finalmente, Markus giunge in un luogo luminoso, pulito ed incontaminato, comprende che è il tesoro cui alludeva il nonno, il paradiso terrestre da dove ripartire per una vita serena; allora, il giovane protagonista torna indietro e raduna gli uomini sopravvissuti, per ricostruire una comunità felice, con la speranza che «la terra torni a essere un paradiso».

Nell’albo, non vi è un ambientalismo manierato, troviamo, invece, una chiara idea di infondere fiducia nel cercare un mondo migliore.

Vi è una ecopedagogia che muove le due autrici, ovvero, un invito all’educazione ambientale che passa attraverso le piccole cose: dal disuso della plastica, alla parsimonia nell’impiego della carta, per innescare una consapevolezza del proprio rapporto con l’ambiente sociale e naturale; una maniera che evidentemente accresce la sensibilità per la salute e la sostenibilità.

Degl’Innocenti e Bigatti propongono una letteratura per l’infanzia capace di preparare i bambini a resistere alla cultura consumistica e ai comportamenti distruttivi che essa promuove. E il viaggio di Markus non è che una storia di resistenza, di giustizia sociale e ambientale, per scrivere un futuro ancora a dimensione umana.

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