Canzoniere di Cosimo Rodia, Artebaria edizioni

di Maria Pia Latorre

 

Novantadue poesie d’amore come soffi; inni alla vita, all’amore, alla poesia quelli contenuti nel Canzoniere di Cosimo Rodia, edito da Artebaria, che si dichiara sin da subito, a partire dalla struggente dedica «A tutti gli amori che lasciano un magnetismo sotto la cenere una forza inesplosa, di cui se ne sente il ruggito nel forziere e che alimenta vita e malinconia», come un luminoso percorso di e sull’amore.

Corroborante e sostanziale nella sua linearità e schiettezza, questo Canzoniere 2.0, si abbandona spudoratamente alla passione d’amore, all’incanto del sentimento universale, senza porsi veti o domande, ed appare come un esclusivo, elegante canto, plasmato del verso folle e suggestivo di una voce matura della poesia meridionale, quella di Cosimo Rodia.

Parole pure che cantano l’amore, che inneggiano alla bellezza in tutte le sue forme: «Nascondi negli occhi socchiusi un oceano che sovrasta i deserti»; come poi «la voce flautata, la cura offerta /lo spirito altero inchiodano alla vita»; e ancora «Il balsamo semplice di donna e di madre», un variegato scenario di armonie e gratificazioni sentimentali. «Il segreto del canto» ha scritto Khalil Gibran, «risiede tra le vibrazioni della voce di chi canta ed il battito del cuore di chi ascolta», in questo caso fa presto il cuore a battere, immerso nei versi dell’Autore, vestiti di siffatto splendore.

È un amore salvifico quello anelato da Cosimo Rodia, «dopo aver pregato nel deserto per una polla: cristalli di sopravvivenza!», dopo aver attraversato lo strazio del disamore, vissuto come un’ingiustizia subita, alla ricerca di uno “scudo” per difendersi, «contro il disordine che squaderna». Millenni di poesia ci hanno insegnato che la sofferenza è inscindibile dall’amore, come la morte, e qui di sofferenza ve n’è tanta, ma mai fine a se stessa, mai ottusamente ripiegata su di sé, bensì sempre proiettata in avanti, verso un futuro ottimistico e fiducioso.

Ma chi è, in realtà, il vero oggetto d’amore di questo componimento? Chi è costei, la donna imperscrutabile che mai si svela, che s’intravede nella bruma tra le onde e che scompare nel chiarore lunare? Chi è la misteriosa musa ispiratrice del Poeta? È la donna che condivide con lui l’esperienza d’amore?  È una donna ideale? È una metafora della poesia? O tutte le componenti messe insieme?

Certamente sono queste le parole che ogni donna vorrebbe ascoltare almeno una volta nella propria vita, parole ispirate ed assolute.

Che importa se le liriche sono rivolte ad una o a più donne; in esse ogni donna è un’espressione unica e originale dell’amore. Di ogni donna se ne descrivono le doti e la bellezza, esaltate fino all’acme, in un susseguirsi di immagini ardite, di accostamenti inusuali che catalizzano l’intensità delle emozioni verso una consistenza amorosa che travalica l’umana solitudine.

In tal senso è magnificamente suggestiva l’immagine di copertina, tratta dall’opera Infinito, di Gabriella Rodia, in cui nel disperato abbraccio di due amanti, si sfiorano due solitudini.

Più si procede nella fruizione, più si percepisce che sono canti della rinascita questi, in bilico tra Apollo e Dioniso, tra  amore erotico ed amore universale, tra Eros e Thanatos, nelle innumerevoli dualità e pluralità che costellano l’esistenza umana. Senz’altro, di primo acchito, molto distanti, dalle poesie religiose dello stesso Autore, che narrano di sofferenze, di contrizione e resipiscenza, così come da quelle dedicate al padre ed alla madre, tutte tese a fare memoria e ad onorare le figure genitoriali, nel solido impegno del tributo di gratitudine che diventa gravame.

Qui si respira aria di liberazione e di libertà. Di nuovi germogli e nuovi viaggi, di esplorazioni col vento in faccia e possibili sorprendenti approdi: «Apro varchi nella landa lunare. Odo un vociare!»; una nuova giovinezza si dispiega fatta di curiosità inespresse e ottimistici pronostici: «Ci sarà la pianura/ l’annuncia l’odore/ di piante sazie/ d’acqua buona!»; così la presenza di numerosi punti esclamativi sa di lindore e sorpresa.

Così lietamente auguro vita nuova al Canzoniere, al suo Autore ed ai numerosi lettori che avranno la gioia di godere di questi versi.

 

Il CANZONIERE è liberamente e gratuitamente scaricabile dalla Biblioteca de La Vallisa a questo link: https://lavallisa.altervista.org/wp-content/uploads/2021/12/Canzoniere-COSIMO-RODIA.pdf

 

 

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