In Briscola ‘n cumpagni di Nino Martoglio – Gruppo di compari in un interno

di Italo Spada

 

In molte poesie della Centona 1 Nino Martoglio, per narrare un fatto, ricorre al dialogo. La scenografia, i personaggi, la storia si intuiscono dal titolo e dalle battute dei personaggi. Basta poco per vedere quello che avviene in una casa, per la strada, al mercato, in un’osteria.

La scena del gruppo di compari che gioca a briscola non ha una precisa ambientazione (sono al bar? in una casa privata? nella sede di un’associazione ricreativa o culturale?), ma l’individuazione esatta del luogo dove si svolge l’azione passa in second’ordine rispetto alla vivacità delle battute che appaiono come uno splendido esempio di parlare di una cosa dicendo il suo esatto contrario.

La briscola è un gioco di astuzia. In quella che si fa con compagni, le parole che si dicono e lo scambio di segni servono a fondere verità e bugia. Si tende, infatti, a fare intuire al proprio compagno le carte di cui si è realmente in possesso e, contemporaneamente, a confondere le idee agli avversari. Il linguaggio è spesso figurato (comu siti per che carte avete; briscula vistuta per fante, cavallo e re di briscola; sceccu ccu tutta ‘a tistera per asino totale), con riferimenti a nomi di personaggi popolari entrati nel lessico comune (Don Peppi Nnappa è l’equivalente del  presuntuoso minchione, una sorta di Conte di Culagna de La secchia rapita di Tassoni) e con metafore colorite, come quella dell’ultimo verso dove “non avere sale di saliera” equivale ad avere carte senza alcun valore, insipide, lisce. In questo contesto il vero significato delle parole dipende soprattutto dal tono e dalla modulazione della voce; chi ascolta deve immediatamente intuire se il suo compagno sta dicendo la verità o meno.

Il compagno di don Calogero, in Briscola ‘n cumpagni, non è un giocatore esperto. Ha in mano delle buone carte e lo fa capire a tutti, chiedendo al suo partner apertamente briscole e carichi. Don Calogero, che non può soddisfare le richieste del compagno perché del tutto sprovvisto delle carte che gli vengono richieste, bluffa inutilmente: dall’altra parte del tavolo c’è uno che non capisce, un somaro più somaro dei somari.

Prendendo il sonetto come una pagina di copione c’è da chiedersi a chi appartenga la battuta dei versi 11 e 12 (“Ma insomma… È questo il modo di giocare?“). Se la funzione della lineetta è quella di separare le battute dei vari personaggi, essa (come si evince dalla distinzione del carattere appresso operata) non può che appartenere ad un terzo personaggio, uno dei due avversari infastidito da quel continuo conversare tra Don Calogero e il suo compagno di gioco.

Nessun dubbio, invece, sulle inquadrature. Con una serie di campi e controcampi e giocando sulla mimica facciale, Martoglio fa dei tre personaggi (il quarto non entra mai nell’azione e la sua presenza è, per così dire, decorativa) altrettante maschere da Commedia dell’Arte. Il compagno di Don Calogero è un uomo semplice, incapace sia di nascondere l’entusiasmo per le buone carte che gli sono capitate, sia di capire i doppi sensi. Don Calogero, invece, è un volpone. Cerca in tutti i modi di imbrogliare le carte, dice bugie con serietà, recita; poi, quando non ne può più, sbotta e inveisce. Il terzo personaggio, infine, è il classico giocatore che vorrebbe più serietà, che si ribella di fronte a quella palese infrazione della regola del silenzio.

 

Briscola ‘n cumpagni

 

–       Parrati, don Caloriu, comu siti?

–       Bonu, vui siti bonu? – Sentu diri:

càrrichi, o ‘nnunca brisculi, nn’aviti?

–       Zoccu vuliti, a vostru piaciri.

 

–       ‘Na briscula vistuta. – Chi diciti?

–       Briscula! Quanto vòti l’haju a diri?

–       E’ grossa… – Non fa nenti, favuriti…

–       E si non vi vulissi favuriri?…

 

–       Càrricu, mancu? Cca c’è ‘n sei di spati!…

–       E chi schifìu è, di ‘sta manera?

      Don Peppi Nnappa, d’accussì jucati?

 

–       Misseri e sceccu ccu tutta ‘a tistera,    

      comu vi l’haju a diri, a vastunati,

      ca mancu haju sali di salera?

 

  
 

Primo Piano  alternato

campo e controcampo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

terzo personaggio. giocatore avversario

 
 

Note:

normale: battute del compagno di Don Calogero

in corsivo: battute di Don Calogero

in grassetto: battuta di un altro giocatore

1 Nino Martoglio, Centona, Ed. D’Anna, Messina Firenze 1972

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