Il cammino di donna nel linguaggio dell’anima di Teresa Lomastro, Aletti editore, 2021.

di Giuseppe Aletti

 

“Il cammino di donna nel linguaggio dell’anima” è l’illuminante titolo che Teresa Lomastro ha scelto come cornice per le sue poesie, e ci suggerisce la chiara finalità dell’opera. Sono le parole di una donna che ha scelto di immergersi nell’arte poetica, sintonizzandola con la propria anima, con quel mondo interiore, ricco e in fermento, che spesso lasciamo inascoltato. La poesia, cercata, voluta, è la compagna indispensabile per Teresa, in questo meraviglioso viaggio che siamo chiamati a trascorrere con consapevolezza, se aspiriamo alla pienezza della vita. D’accordo con Lorca che “La poesia non cerca seguaci, cerca amanti”, perché troveremo la poesia soltanto se impareremo a rispettarla, accogliendola nel profondo, interrogandola, inoltrandoci nelle possibilità che ci apre, si può affermare che l’autrice appartiene alla categoria degli amanti[…].

Cinque sono le sezioni del volume; esse ci prospettano le tappe principali di questo cammino intessuto di emozioni, esperienze, riflessioni. Poesia e donna, è il binomio che attraversa la prima sezione “Alle donne le mie semplici poesie”. C’è il ritratto discreto di donna (“Con occhi parla…/ La donna da sempre,/ Bozza anche con voce/ religioso silenzio”); quel suo “Essere madre “ che è “dono di Dio, / sublime poesia /estro di vita”. Essere donna non ha in sé solo onori, ma anche tristi oneri, profonde sofferenze che, a volte, terminano in un destino cruento. È il caso dei femminicidi ricordati, e qui il linguaggio si plasma alla tematica raccontata. Un esempio lo troviamo nei versi finali della poesia “Femminicidio – Una vita spezzata”: “Nessuno ferma/ la fugace fine/ che arriva per te,/ in quella stanza,/ in una valigia,/ come pacco postale/ portandoti via”, dove il ritmo accelera nel momento in cui si consuma il misfatto, rendendo appieno anche la fugacità di una giovane vita interrotta.

La scrittura si manifesta essenziale, cristallina, naturale anche nelle altre liriche della raccolta, in cui la poetessa sperimenta più espressioni e stili. C’è verità nei versi di Teresa che, con delicato sguardo femminile, ci ha reso partecipi di intensi frammenti del suo mondo; degli affetti che lo arricchiscono, delle emozioni che lo fanno vibrare, ma anche della gravità che lo rende opaco, delle sofferenze che lo fanno oscurare: quelle toccate da vicino e quelle sentite allargando lo sguardo oltre la propria stringente realtà. Come nella poesia “Emigranti”, che si conclude con il riuscitissimo e amaro verso “La storia non cambia nella povertà”. Dolori generati dalle cattive azioni commesse dall’uomo contemporaneo, sono in buona parte concentrati nella sezione: “Emozioni”. E poi, c’è tanto Sud in queste pagine, a cui è dedicata anche la sezione “Il Sud nel cuore”. Quel Sud che porta luce e colore all’anima, ma che è anche il simbolo di una condizione di fragilità e sfavore, di attesa di un riscatto che tarda ad arrivare. È un’appartenenza che influenza la percezione della realtà, che spinge ad empatizzare con il dolore degli altri, dei più deboli. Per fortuna, c’è la poesia, medicamento per le ferite, che risarcisce in parte di ciò che siamo privati nella realtà.

 

(Dalla Prefazione al volume)

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