Datemi un po’ di… spazio!  di Philip Bunting, tradotto da Elena Montemaggi , Caissa Italia, 2022

Redazione

 

Uma ha deciso che da grande diventerà un’astronauta e nell’attesa che arrivi il tempo giusto, studia, progetta, realizza grafici, si prepara meticolosamente a compiere una spedizione interplanetaria, con l’obiettivo di trovare forme di vita nello spazio. È questa la sua ambiziosa missione!

Cosa serve per affrontare un viaggio spaziale? Com’è fatto un razzo? Cosa si deve indossare? Come si decolla? Che tipo di cibo si può mangiare lassù?

Uma, con creatività e determinazione, sceglie l’abbigliamento e le strumentazioni opportune, l’attrezzatura fai da te adatta, il mezzo di trasporto più efficace – tutto con materiale rigorosamente riciclato. Con un’attitudine da vera scienziata, dopo prove su prove, supera i primi tentativi fallimentari e sale finalmente in orbita.

Mentre fluttua beata tra i pianeti, la sua mente si espande e lei non fa che meravigliarsi, imparare, porsi nuovi quesiti. C’è anche il tempo per uno spuntino con un ottimo gelato dell’astronauta… Nessuna creatura vivente appare però all’orizzonte, fino a quando un minuscolo punto in lontananza attira la sua attenzione. Ed è così che la bambina fa la scoperta più importante di tutte: in quella bellissima casa azzurra, che è il pianeta Terra, c’è non solo la vita che cercava ma anche tutto quello di cui il genere umano ha bisogno.

Grazie alla sua incredibile capacità comunicativa e al suo linguaggio sintetico e diretto, Philip Bunting riesce a catturare l’interesse dei lettori portandoli a conoscere aspetti dello spazio interessanti e sorprendenti. Le informazioni “passano” con naturalezza grazie ai pensieri ad alta voce di Uma e alle illustrazioni ricche di dettagli su cui soffermarsi. Il registro si mantiene giocoso, per tenersi alla larga da qualsiasi piattume o barbosità, citando le parole della piccola protagonista.

Datemi un po’ di… spazio! rappresenta una prima forma di accostamento all’astronomia, introduce il vocabolario scientifico con chiarezza e semplicità, aiuta a familiarizzare con le pratiche ingegneristiche e i metodi di ricerca, permette di fare scoperte linguistiche in modo divertente. In aggiunta a tutto ciò, si schiera dalla parte delle bambine (e dei bambini), che vengono invitate (sin dal titolo!) a prendersi il loro spazio e ad aver sempre fiducia nelle proprie aspirazioni e passioni.

Lascia un commento