Gli amori sprecati di Aurora Bagnalasta, G.C.L. edizioni, 2022

di Cosimo Rodia

 

Gli amori sprecati è un romanzo la cui storia si snoda in modo diacronico; la protagonista Alba, in crisi coniugale, ha due figli adolescenti e il marito, Loris, è lontano per lavoro, sicchè le cresce un deficit di affetto: si sente trascurata; in un matrimonio spesso dopo alcuni anni, tutto sembra scontato, così le piccole cose vengono dimenticate, come una carezza, un bacio, una uscita, un ricordo…

Alba combatte il suo disagio buttandosi a capofitto nel lavoro. Intorno alla protagonista si muovono, poi, un nugolo di personaggi che esemplificano le varie tipologie umane: dalla collega perfida, all’invidiosa, alla curiosa, alla solidale…

Quando giunge un giovane collega, Carlo, bello e libero, dai modi suadenti, l’indifferenza di Alba per il mondo maschile si frantuma, e dopo una lunga preparazione di ammiccamenti, frasi lasciate a metà, parole col doppio senso, giunge la sera d’amore, attesa ed agognata, dopo la quale, però, il bel collega comunica ad Alba che si sarebbe dovuto trasferire e lei che aveva altre responsabilità, lo lascia partire; nel frattempo, dopo una breve separazione dal marito, Loris si riavvicina alla moglie e riprende le attenzioni per la donna che stava per perdere.

Dopo tre anni Alba incontra Carlo, sposato e padre di una bambina; l’incontro chiude anche il cerchio esperienziale: ognuno aveva trovato il proprio equilibrio e le esperienze fatte erano state prodromiche per trovare la propria strada.

A prima vista, potrebbe sembrare un romanzo rosa se nella storia ci fosse solo il rapporto tra una donna e un uomo che si attraggono, che superano degli ostacoli, giungono ad amarsi, risvegliando i sensi e l’amor proprio; di genere rosa è anche la tendenza iperbolica ad accentuare le descrizioni dei particolari fisici dei protagonisti, ma naturalmente nel libro c’è di più.

Bagnalasta in questo romanzo, scritto in presa diretta, ha la capacità di fissare sentimenti e stati d’animo che si affastellano nella mente, nel corso della vita di coppia, nelle dinamiche degli ambienti di lavoro, nei rapporti amicali…; il focus sulle problematiche afferenti la relazione coniugale è suggestivo, dal quale emerge la convinzione dell’Autrice che l’amore è un punto mobile da inseguire con una tensione continua.

Attraverso la narrazione della storia di Alba, dai contorni evidentemente quotidiani, l’Autrice vuol far emergere la vita interiore con i suoi tumulti, le richieste di aiuto, gli slanci di affermazione della femminilità; così dalle situazioni quotidiane fatte di contrasti e di attese, prende forma l’idea di Bagnalasta: il rapporto a due è un compromesso giornaliero in cui ognuno deve fare la sua parte in maniera viva e simmetrica.

La scrittura è colorita, quotidiana e a volte antiletteraria, una prosa concreta, insomma, anche se non mancano sequenze riflessive dal tono poetico: “La ragione uccide la fantasia, lasciamola annegare in un lago di sangue, mentre le note che accompagnano questo esecrabile rito funebre non riescono a zittire il dolore che esso provoca. Un Minotauro costretto nel labirinto”.

Ecco, con un linguaggio misto, a volte prosaico e altre volte lirico, Bagnalasta delinea una pagina dalla valenza esistenziale, in cui manifesta la provvisorietà dei sentimenti, la necessità delle esperienze (negative o positive che siano), e l’obbligo a mai abiurare alla ricerca della felicità (possibile).

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