Le piccole libertà di Lorenza Gentile, Feltrinelli,

di Fulvia Degl’Innocenti

 

A Parigi c’è una celebre libreria in lingua inglese: Shakesperare and Company, creata da George Whitman (contemporaneo di scrittori come Allen Ginsberg, Anaïs Nin e Lawrence Durrell, nonché amico per tutta la vita del poeta Lawrence Ferlinghetti), e portata avanti dalla figlia Sylvia. L’autrice, Lorenza Gentile, ha lavorato lì per alcuni mesi, nel 2011, e ne ha fatto l’ambientazione del suo terzo romanzo.

È la storia di Oliva, una trentenne cresciuta con il fantasma del fratellino morto a 4 anni prima che lei nascesse. Ha sempre assecondato i suoi ansiosi genitori, rinunciando ai suoi sogni. Ha un lavoro precario nel marketing, sta per sposarsi con Bernardo, ed è piena di insicurezze e manie. Fino all’età di 14 anni ha avuto un bellissimo rapporto con la zia Vivienne, sorella maggiore del padre, che viveva a Parigi e tornava a trovarla periodicamente, portando con sé una ventata di follia. Dopo un misterioso litigio con il padre, la zia scompare; dopo un po’ le manda un invito per raggiungerla a Parigi e Oliva decide di partire in treno, perché ha paura degli aerei. Dovrebbe essere un soggiorno di soli tre giorni, con appuntamento alla libreria Shakespeare and Company. Ma la zia non si presenta, non ha mai avuto un telefono, quindi non è rintracciabile e Oliva viene ospitata nella libreria, intorno alla quale ruotano una serie di giovani bizzarri, molto liberi, anticonvenzionali, l’esatto opposto al suo modo di essere. I giorni si succedono con lei che la prima volta perde il treno per tornare a Milano, poi decide di restare. Vuole vedere a tutti i costi la zia, che però si nega, continua a dare appuntamenti in diversi suggestivi luoghi della città, senza mai presentarsi. Con Oliva c’è Victor, un ragazzo olandese che le sta a fianco, verso cui lei comincia a provare un certo trasporto, mentre il fidanzato e i genitori non si spiegano perché lei non torni. I giorni parigini pieni di esperienze (incontra tra gli altri Leonard Cohen e Alejandro Jodorowsky) che non ha mai fatto, piano piano la trasformano, la mettono in contatto con la parte più autentica di sé, che non ha mai voluto ascoltare, soffocata da ansie e paure di essere inadeguata.

Una vicenda corale, densa di personaggi bizzarri, angoli parigini, citazioni di libri, riflessioni sulla vita e appunto sul significato della libertà, con un mistero da svelare, che farà versare qualche lacrima.

 

(Recensione apparsa su FC 31/2021)

 

 

 

 

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