Le sinuose forme del desiderio

di Claudia Zuccarini

 

Cimentarsi con la letteratura erotica costituisce un’operazione rischiosa, tanto più se la scrittura è in versi. Si può ricadere facilmente nel banale o nel volgare. Con “I volti proibiti di Sofia”, Cosella mostra invece di essere in grado di elaborare un percorso coerente e di alto livello espressivo senza mai trascendere nel cattivo gusto. Ci immergiamo in una storia costruita in crescendo nella quale i protagonisti, Sofia e l’amante narrante, vivono il legame e il piacere con una dissolutezza raffinata. Pur comparendo altri uomini nella vita intima di questa sovrana del sesso, si ha la percezione che i due amanti vivano in una bolla costituita da un’intesa erotica e mentale solida e travolgente. L’autore con elevata ricercatezza stilistica denuda i pensieri e le fantasie di un uomo e una donna che potrebbero essere reali, ne canta le debolezze e la danza del bramoso cercarsi, delineando l’immagine di una lei traslata dal mondo letterario e onirico: una moderna Medusa, Penelope, sacerdotessa, torera, serpe ed ancora altri volti. La sua malìa parte da lontano, da un richiamo ancestrale e sensuale che la conduce nel presente a trasfigurarsi in più donne, innocenti e perdute allo stesso tempo. Sofia è capace di tenere in pugno i desideri bestiali e reiterati, i propri e quelli altrui, con un’intensità incalzante espressa in modo ritmico da frequenti enjambement e da un uso dell’interpunzione scarno e misurato, generando una lettura che spezza il fiato. Giungiamo dunque all’analisi di questo verseggiare, ricco di figure retoriche e metriche studiate e trasfiguranti: metafore, allegorie, allitterazioni, e enjambement appunto, vellutate come carezze che accompagnano la lussuria. Non meno ricercati sono i lemmi, talvolta latini o di origine latina, che contornano di eleganza i componimenti, i quali risultano essere compiuti sia singolarmente che nella lettura complessiva dell’opera. Cosella è un abile giocoliere della parola e, nel suo attento studio dei campi semantici, mi rammenta lo stile di un altro scrittore e poeta poliedrico, Cosimo Rodia, il cui timbro lirico genera atmosfere similmente sofisticate e dal linguaggio prezioso. Bisogna tener conto di Cosella, potrebbe riservare ulteriori e piacevoli sorprese, come la seguente lirica.

 

Il tu come un tramonto

infuocato non è bastato

a fermare la bestia

nell’esigere il suo credito

e hai esibito i gioielli

e hai pesato l’oro

mentre il tempo rotolava

a valle. Alla fine scarmigliata

e con gli occhi di contadino

sotto il solleone

hai chiesto dell’acqua

e come un sacerdote

l’hai dispensata

a forma di lavacro

sul post riscritto!

 

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