Conversano (Ba). Conferenza su: “Il cane è ancora cane?”

di Sandro Marano

 

Nella magnifica riscrittura poetica del versetto 14 del prologo del Vangelo di Giovanni, intitolata “Giovanni I,14”, Borges, tra le altre cose conosciute da Cristo, fa un cenno anche alla “misteriosa devozione dei cani”.

Come è sorta questa “misteriosa devozione”? E il cane, oggi, può considerarsi ancora cane?

A queste domande ha cercato di rispondere il dottor Andrea Giuliani, educatore e consulente cinofilo specializzato, nel corso di una conversazione intitolata: “Che fine ha fatto il cane?”, tenutasi mercoledì 19 luglio 2023 in largo della corte a Conversano tra i tavolini all’aperto concessi per l’occasione dal caffè IUS, in collaborazione con il gruppo locale dell’associazione ecologista Fare Verde, con Federguard e con l’Istituto di Cinofilia naturale.

Giuliani dopo aver brillantemente ripercorso, sulla scorta di osservazioni e studi scientifici, la storia del cane sin dalle sue lontane origini, partendo dal lupo fino alla sua speciazione definitiva in cane e

mettendo in risalto che il rapporto che da almeno quindicimila anni lega il cane all’uomo è frutto non di addomesticamento, ma di un incontro con reciproci vantaggi, ha poi spiegato come l’uomo stia lentamente contribuendo a distruggere il prezioso patrimonio genetico di questo animale. In particolare, il conferenziere ha stigmatizzato la prevaricazione compiuta nei confronti del cane negli ultimi secoli sia con la selezione di razze non naturali sia con l’umanizzazione di quelli che sono invece i veri e istintivi bisogni del cane.

«Le inutili e morbose attenzioni che rivolgiamo oggi ai nostri cani – ha spiegato Giuliani – rappresentano non solo un rischio per i cani stessi, ma anche per l’ambiente e per l’economia. L’industria cinofila produce rifiuti diretti e indiretti e contribuisce ad aumentare l’inquinamento ambientale; tra l’altro la necessità di materie prime vegetali e animali (uguali a quelle dell’uomo) per produrre il cibo per i nostri cani comporta il disboscamento di vaste aree geografiche con conseguente distruzione di habitat naturali e di dispersione o morte di numerosi specie selvatiche».

Basti pensare che dei circa 50 milioni di cani presenti in Europa poco più di 10 milioni vivono in Italia, costando ogni anno alla spesa pubblica intorno a 219 milioni di euro (tra il  3 e il 4% del bilancio dello Stato contro appena l’8 % di spesa pubblica per la scuola!), mentre la spesa complessiva dei privati per mantenere i propri cani assomma a più di 2 milioni di euro. L’informazione e una gestione più consapevole del cane secondo i principi della cinofilia naturale, potrebbe ridurre questi costi di più del 80% per la spesa privata e di quasi il 60% della spesa pubblica con risultati lusinghieri per la vita ed il benessere del cane, dell’uomo e dell’intero ecosistema.

Citando i simpatici personaggi di Walt Disney, Giuliani ha concluso auspicando che il cane assomigli più a Pluto che a Pippo.

 

(Copertina, foto di Valentina Ruospo)

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