Nasce la Biblioteca “Luigi Lombardi”

di Giusy Carminucci

 

Venerdì 12 gennaio, alle ore 17.00, al Quartiere San Paolo – Bari è stata inaugurata la Biblioteca “Luigi Lombardi”. L’evento ha avuto luogo  in compagnia di un Premio Strega, lo scrittore e poeta, Mario Desiati. L’artista pugliese ha raccontato la storia di due adolescenti, considerati “minori a rischio”, che, però, si permettono di attraversare le loro vite in un Mare di zucchero che li renderà diversi, migliori, sognanti… anch’essi, però, eternamente erranti. Come tanti ragazzi delle nostre realtà.

Entrata a far parte a pieno titolo della rete delle biblioteche di Bari, come una delle  Biblioteche Colibrì di Puglia , la “ Luigi Lombardi” sarà gestita da “ I bambini di Truffaut Cooperativa Sociale”, e si avvarrà della collaborazione di partner, che sono realtà operanti  da decenni nel territorio: Fondazione Giovanni Paolo II onlus Istituto Pietro Alberotanza di Bari – Suore Minime della Passione Alumni Mathematica Fondazione Gianfranco Dioguardi Apulia Film Commission Scout Bari 10 Ordine degli Avvocati di Bari IC Falcone Borsellino Bari Scuola Media 1 Grado Giuseppe Ungaretti Bari Scuola Primaria Don Milani Bari Comunità Educativa Gea Garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza – Regione Puglia Biscò Rete delle Biblioteche Scolastiche di Bari. Tutti insieme, per ridefinire cosa significa Essere e crescere, per alimentare e promuovere la Cultura.

All’ inaugurazione di questo contenitore di sviluppo sociale all’avanguardia hanno preso parte tra gli altr* il Presidente del Consiglio Regione Puglia, la dott.ssa Loredana Capone e l’Assessora alla Cultura del Comune di Bari, dott.ssa Ines Pierucci.

“Una Biblioteca vera! Un luogo in cui le bambine, i bambini e gli adolescenti possano comprendere il valore delle parole, anche di quelle che non esistono e che non hanno una precisa collocazione, come “minore a rischio”.- afferma uno dei maggiori fautori di questo mega progetto, lo scrittore Giancarlo Visitilli – Una casa abitata da storie in cui io e loro, minori maggiori, rischianti, caduchi, erranti poter urlare: siamo abitanti di un luogo dove possono abitare le storie che ci hanno sempre raccontato essere favole, fiabe, sogni. Finte. È un sogno vero, invece. Qui e ora, adesso è a occhi aperti!”

E noi abbiamo voluto attraversare quel sogno, proprio con lui, Giancarlo Visitilli, intervistandolo.

Come mai la Biblioteca Lombardi del Quartiere San Paolo è così importante per lei?

“Quel contenitore per me è un luogo importante, perché ha accompagnato tutta la mia infanzia. Da quando ero bambino, pensavo che lì dentro ci fossero i libri già per i bimbi della mia età.   In realtà, ho dovuto aspettare 49 anni… però, non è mai troppo tardi!     

Come vive nel suo immaginario quel contenitore culturale?                             

 “ Io lo immagino come uno spazio aperto ai bambini e le bambine non solo del San Paolo a cui dedicare storie: mi piacerebbe che fosse un luogo in cui chiunque che sta bene o sta male, possa ritrovare se stesso in quel luogo abbracciato dalla cultura.”

Cosa rappresenta per lei oggi aver realizzato una biblioteca all’avanguardia nel quartiere che ha dato i natali allo scrittore che è oggi?                  

“Per me questo rappresenta un sogno ad occhi aperti. Anche vederlo a poco poco crescere sarà una sfida. Magari sarò diventato anziano, quando si sarà realizzato appieno (ammesso che ci sarà mai una realizzazione piena delle cose); però, già vederlo aperto e da questa mattina già vederlo frequentato, anche per semplice curiosità, mi dà speranza, in un mondo in cui ci si preclude sempre più nell’errore nella violenza, questo sembra essere un lumino di speranza.”

Qual è la dimensione sociale che occupa, nel Quartiere San Paolo la “Biblioteca Lombardi”?                                      “Io credo che ovunque ci sia cultura c’è sociale: non riesco a vedere le due cose disgiunte. Tutto ciò che è dato culturale crea, necessariamente società, crea comunità, crea cambiamento. Per cui, attraverso i mezzi che utilizzeremo per lavorare in quella Biblioteca, le persone si potranno letteralmente “curare”. Mi convinco sempre più che la miglior cura per gli umani sono i libri, sono i film, sono i quadri, è la scultura, è la musica, è la scrittura :tutto ciò che ha a che fare con l’arte. È l’unica cura che l’umano ha a sua disposizione.”

Qual è il potere che attribuisce ad una presenza così importante, in un quartiere per alcuni versi molto complesso, qual è il San Paolo?

“Non credo che il San Paolo sia più o meno complesso rispetto alla mia città, che è Bari. Oggi ci sono tanti di professionisti che ci abitano, che ci lavorano. Anche da un punto di vista architettonico non ci sono più soltanto i grigi e fatiscenti casermoni, in cui io stesso ho abitato da bambino! C’è molto più colore. C’è un popolo vivace. Ci sono molti bambini. Per esempio, un dato che non emerge mai dalla stampa è che il San Paolo accoglie il più alto numero di studenti universitari della città di Bari. È una parte della città che mi dà speranza. Forse quello che manca è il colore degli stranieri: mi piacerebbe pensarlo più colorato di stranieri.”

Quali sono i progetti che vede realizzati nell’immediato in quello spazio?

“A partire da febbraio cominciamo con una tutta una serie di progetti: educazione alla lettura, alla scrittura, rassegna di cinema E letterarie. All’interno di quel contenitore porteremo quello che facciamo in Cooperativa ormai da decenni. Poi faremo produzione di cartoni animati: I bambini le bambine e gli adolescenti scriveranno una storia per poi realizzare cartoon, cortometraggi, pubblicità progresso e quant’altro. Ci saranno laboratori teatrali. È prevista addirittura la nascita di una scuola professionale, di professionisti che sappiano fare teatro per bambini bambine e adolescenti. Insomma, è un progetto ambizioso, che però non ci vede improvvisare: come ho già detto e operatività che ci vede impegnati da decenni.”

Sicuramente, per lei e per la Cooperativa “ I bambini di Truffaut”, alla quale è stata affidata la gestione della Biblioteca, questo è solo un punto di partenza: vuole dirci il primo dei “ sogni” che andrete a realizzare?

“Sicuramente la serie di laboratori che partirà già dai primi di febbraio. Sono le varie iniziative che già mettiamo in atto nelle scuole e che porteremo in quel luogo che ci offre l’opportunità di grandi spazi.

In che misura la Biblioteca “ Lombardi” sarà in rete con le altre Biblioteche del territorio? Avete già un progetto comune?

“La Biblioteca “Luigi Lombardi” si inserisce in un progetto di biblioteche in rete previsto dalla Regione Puglia. Sarà una delle 11 biblioteche del barese, ma all’interno di un circuito regionale che è, poi, anche di carattere nazionale. Quindi, a tutti gli effetti, assurge a un servizio di Biblioteca “normale“, come esistono in tutte le città.    Si spera che questa struttura cresca anche da un punto di vista digitale, tanto da poter entrare in rete sulle varie piattaforme anche con biblioteche internazionali.”

Un ricordo… e una proiezione…

“Stento ancora a crederlo… Ero studente della Scuola Luigi Lombardi, mi affacciavo dalla finestra e lì accanto si costruiva un qualcosa che per me, quattordicenne, non aveva senso: meglio un palazzo da abitare, un supermercato, un’officina. Eravamo abituati a vedere le cose così, anche noi bambini! E sono cresciuto da adolescente in un luogo in cui, adesso che ho 49 anni, non ha ancora un cinema, non ha un teatro, non ha una libreria… Non aveva una biblioteca. Lì avrei potuto trovare altri libri, rispetto a quelli che non ho mai posseduto, avrei visto spazi liberi per essere abitati da storie belle, rispetto a quelle che vivevo a occhi aperti con i morti ammazzati anche fuori dai cancelli della stessa scuola. Ma è stata la mancanza a rendermi affamato di ciò che non ho mai avuto: i libri oggi li leggo, li spiego ai miei studenti. Li scrivo addirittura. È la vita che torna, la mancanza che restituisce. Il miracolo che si realizza in un tempo spazio in cui eravamo “minori a rischio”. Come se ci fossero mai stati dei maggiori, o degli adulti, non a rischio. Ed è per questo che abbiamo inaugurato uno spazio così: per cambiare la dicitura anche delle parole che selezionano, recludono ed evitano la lettura e la scrittura delle nostre storie, quelle belle.”

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