“Mutevoli grafie della terra” al Teatro L’Eccezione di Bari

di Giusy Carminucci

 

L’Isola di Gary, una comunità di pensiero e di azione che – dice un’isolana – “in tempi di smarrimento dell’umanità, potrebbe allontanarci dall’abisso.”

Le voci poetiche dell’Isola di Gary hanno dato vita nel piccolo tempio della cultura e dello spettacolo a Bari “L’eccezione” ai versi che compongono un’antologia di spessore “Mutevoli grafie della terra”, nato grazie all’attento lavoro di curatela di Maria Pia Latorre e Sandro Marano. Ed è proprio con la poliedrica scrittrice che abbiamo provato a comprendere meglio l’evento che ha preso vita sabato 13 gennaio in uno spazio di parola, di ascolto, di incontro.

Com’è nata l’idea per l’Isola di Gary di partecipare alla manifestazione del Teatro L’Eccezione di Bari?

L’esperienza è nata dall’invito del Direttore artistico del Teatro L’ Eccezione Puglia Teatro, Rino Bizzarro, a tenere un ciclo d’incontri per la stagione  artistica 2023/2024, la 49^ di Puglia Teatro e la 22^ de L’Eccezione. Insieme abbiamo lavorato al progetto ideando il ciclo “Inediti percorsi —  Nuove proposte”, all’interno del quale è stata presentata l’esperienza de L’isola di Gary. Infatti quella del 13 gennaio è stata la seconda serata, interamente dedicata a  “Esperienze comunitarie di dialogo —  Parola. Bellezza”.

Qual è la peculiarità del Teatro L’Eccezione?

Il Teatro L’Eccezione opera in una realtà territoriale molto complessa, bisognosa di attenzioni e stimoli culturali quale quella del quartiere Libertà di Bari. L’attore e regista Rino Bizzaro, una cinquantina di anni fa, volle fortemente la nascita di questo teatro che, attualmente, è uno dei teatri storici della città metropolitana e gode del patrocinio del Ministero della Cultura. L’attenta e costante opera del direttore de L’eccezione non è sfuggita agli amministratori baresi, tanto da aver ricevuto, ambìto riconoscimento, un monumento inaugurato di recente in piazza Garibaldi, a Bari.

In cosa è consistita la partecipazione degli Isolàni ?

Come scritto nella postfazione della terza antologia, L’ISOLA DI GARY è un progetto poetico e culturale nato nel 2021, ispirato e dedicato al poeta ecologista americano Gary Snyder.

Il gruppo poetico de L’ISOLA DI GARY è una comunità letteraria che si muove in un cammino di crescita condiviso, deciso a dare il proprio contributo per l’ambiente e nell’impegno di amare la poesia, di coltivarla, di diffonderla. Questa dichiarazione d’intenti viene praticata concretamente nelle esperienze condivise e di promozione della poesia.

Parliamo dell’Antologia: quale tematica abbraccia questa edizione?

Il tema di questo terzo volume è “Mutevoli grafie della terra”. Si tratta di un percorso di scrittura poetica che si snoda sia in senso verticale che orizzontale. In senso verticale, dalla superficie ai meandri più profondi della crosta terrestre, esplorando  i vuoti e le voragini, come anche le stratificazioni delle rocce, dov’è scritta la storia del pianeta e con essa la storia dell’umanità. Qui le poesie svolgono un’azione di scavo, di carotaggio, per metterne in luce le svariate coloriture. Ma vi è anche una geografia orizzontale puntata sugli spazi, sui paesaggi e sui confini, laddove i confini politici (creati dall’uomo) spesso non corrispondono ai confini naturali (fatti di fiumi, catene montuose, laghi), a prova dell’ennesimo contrasto che spesso si crea tra uomo e natura. La Terra è un organismo in trasformazione a causa di eventi naturali come terremoti e maremoti, da qui il titolo “mutevoli grafie”, che si fa, nel nostro caso, anche metafora dell’estrema fragilità e mutevolezza del vivere odierno, così come la “grafia-scrittura” accomuna sia l’azione della Terra che quella del poeta.

Quali e quanti autori hanno preso parte all’Antologia?

Ogni volume contiene oltre trenta voci poetiche. Alcuni autori sono presenti in tutte e tre le raccolte, altri solo in una; la cosa bella è che quando ci sono iniziative da promuovere il gruppo è compatto e non viene fatta distinzione tra i partecipanti ad un volume piuttosto che ad un altro.

Qui l’elenco: Cataldo Accetta, William Allegrezza, Angela Aniello, Onofrio Arpino, Mariateresa Bari, Bartolomeo Bellanova, Annarita Campagnolo, Marta Maria Camporeale, Giusy Carminucci, Simona Chiesi, Letizia Cobaltini, Rosa Colella, Rosa Costantino, Maria Curatolo, Vittorino Curci, Francesco D’Angiò, Vito Davoli, Orietta De Giorgi, Rossella De Magistris, Nicola De Matteo, Ginevra Della Notte, Mauro De Pasquale, Ezia Di Monte, Lucia Diomede, Maurizio Evangelista, Piero Fabris, Dina Ferorelli, Zaccaria Gallo, Barbara Gortan, Anna Gramegna, Federica Introna, Luigi Lafranceschina, Cosimo Lamanna, David La Mantia, Maria Pia Latorre, Anna Lauria, Elvira Leone, Loredana Lorusso, Sandro Marano, Gianpaolo Mastropasqua, Vincenzo Mastropirro, Annalisa Mercurio, Monica Messa, Vittorio Nicolardi, Gianni Antonio Palumbo, Maura Picinich, Daniela Pinassi, Luigi Pizzuto, Paolo Polvani, Federico Preziosi, Cosimo Rodia, Antonio Rotondo, Cosimo Russo, Pasqua Sannelli, Assunta Spedicato, Elisabetta Stragapede, Antonella Vairano, Mara Venuto, Pasquale Vitagliano, Raffaello Volpe, Giuseppe Zilli.

Sappiamo che lei e Sandro Marano ne avete curato la raccolta e l’editing: quali sono stati i punti di forza e quali quelli di debolezza del vostro ruolo?

Il punto di forza è, senz’altro, Sandro Marano. Poeta, pensatore, saggista, attivista per l’ambiente di lungo corso. Il suo sguardo lungo ci ha permesso di crescere, di aprire gli occhi su realtà scomode. È lui che ci tiene costantemente informati, che cura la nostra crescita nella coscienza ambientale, potremmo dire.

Punti di debolezza, sicuramente le difficoltà di dialogo legate a situazioni contingenti e l’impossibilità a veder realizzati i progetti (talvolta, purtroppo accade).

Come si è articolato l’evento da lei coordinato?

In modo del tutto naturale. Credo che la bellezza dello stare insieme sia un valore inestimabile. Da ciò, dal profondo rispetto che ho per i miei compagni di viaggio discende tutto il resto. Discendono gli interrogativi, gli spunti di dialogo per una possibile crescita insieme. Ma soprattutto la condivisione della bellezza che scaturisce dalle diverse sensibilità poetiche. Qui parliamo di artisti, di persone dalla mente e dal cuore grande, dalle percezioni allargate, dalle ricchezze profonde e celate che si svelano solo nel momento dello stare insieme.

Come ha accolto il pubblico in sala il reading poetico dell’Isola di Gary?

Credo positivamente. L’augurio che faccio è che il gruppo poetico continui il suo cammino e moltiplichi la sua azione di sensibilizzazione a praticare la ricerca di armonia e di salvaguardia con l’ambiente attraverso la bellezza della parola.

 

L’Isola di Gary, una comunità in ascolto del grido della Terra e dell’umanità. Un gruppo di scrittori, gli isolani, che ancora e sempre apprezzano il gusto della meraviglia in cammino di permanente scoperta del senso da dare ad una parola che libera, ad un futuro sostenibile, al sogno di una restituzione, per quanto possibile, di ciò che viene continuamente tolto alla Terra. Poeti, gli isolani e le isolane, che, anche con i loro versi cercano di essere agenti di provocazione e di cambiamento.

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