Lunedì letterario de “La Vallisa” con Cosimo Rodia

di Sandro Marano

 

È stata presentata ieri sera dal prof. Daniele Giancane presso la libreria Roma di Bari, l’ultima raccolta di poesie di Cosimo Rodia dal titolo accattivante “Esserci” (Interzona edizioni). Rodia è un intellettuale a tutto tondo che spazia dalla letteratura per l’infanzia alla scrittura creativa, dalla narrativa alla saggistica e al recupero della fiaba orale. Giancane ha esordito partendo dal precedente testo di poesie di Rodia, “L’eros in gabbia” (Tabula fati), che è un poemetto dove due amanti dialogano in versi nel tempo di confinamento.  «Rodia – ha affermato Giancane – affronta finemente la poesia erotica, il che non vuol dire affatto poesia pornografica o volgare, dal momento che la sua dimensione è di un approccio lievissimo al tema tanto da poterla definire poesia d’amore tout court. Una spia interessante nello stile di quest’autore sono poi i punti esclamativi che vengono utilizzati al termine di ogni dialogo, come a voler aumentare nel lettore la risposta emotiva e che sono presenti anche in “Esserci”».

Sollecitato da alcune domande sul perché si scrive poesia, Rodia ha sottolineato che esistono diverse modalità di scrivere poesia (lirica, antilirica, sperimentale, ecc.) ed allora vuol dire che è più corretto parlare di ‘poesie’ piuttosto che di poesia. Ognuno poi aderisce a quella cui si sente più vicino. Ciò che non può mancare nella poesia è la forma (metrica e stile), il contenuto (il tema narrato), il messaggio. Senza quest’ultimo, infatti, la scrittura diverrebbe mero esercizio letterario.

E che nella poesia di Rodia ci sia conoscenza metrica e ricerca della parola l’ha mostrato da par suo Giancane, che ha pure chiesto all’autore come mai traspaia nei suoi versi una nota malinconica se non pessimistica. Rodia ha risposto che la civiltà contadina è stata purtroppo soppiantata da quella mercantile e industriale, in cui si sono persi valori come l’ironia e la forza di progettare il futuro anche nella tragedia, del tutto assenti oggi. Di qui una nota nostalgica. E questa nostalgia del mondo contadino, su cui si è soffermato nel suo intervento Nicola Accettura dopo aver letto il poemetto “I giorni del rimando” è senza dubbio un’altra cifra importante della poesia di Rodia. Da segnalare infine l’intervento conclusivo di Sandro Marano che ha osservato come il titolo della raccolta rimandi alle filosofie dell’esistenza, e commentando brevemente la poesia “Sotto il cielo” dove “le parole laviche” che scaturiscono (al pari della lava vulcanica) dalla profondità dell’uomo e dunque sono poesia, ha sottolineato che nella poesia di Rodia si afferma malgrado tutto una libertà e una dimensione spirituale oltre l’esserci, verso un’esistenza autentica.

Lascia un commento