L’enigma della casa di Claudia Palombi, Giunti, 2021

di Gianni Antonio Palumbo

 

È un libro che non deluderà i giovanissimi lettori (dai nove anni in su), e diletterà anche gli adulti, L’enigma della casa di Claudia Palombi, edito da Giunti nella collana Colibrì, con le belle illustrazioni di Ilaria Palleschi.

Ben scritto e intrigante, il romanzo cattura l’attenzione sin dalle prime battute, introducendo il lettore nel contesto di una classe di primaria, la 4a B. Familiarizziamo subito con il giovanissimo protagonista, Edo, chiamato Edoardo dalla mamma quando desidera ‘punzecchiarlo’; apprendiamo immediatamente che la famiglia del fanciullo vive un momento difficile a causa della separazione dei genitori (“Chiaro che l’umore in casa non era proprio lo stesso”). È un mattino di primavera, ma la giornata scolastica non sembra cominciare nel modo migliore, funestata dai pizzicotti (i cosiddetti “mirtilli”) del bulletto Rocco Grandi e dalle sistematiche storpiature, da parte del compagno di classe, del nome del protagonista (“Edino”, “Edolorino” e via discorrendo). Ulteriore elemento di complicazione è il fatto che il cooperative learning di turno veda Edo impegnato in un lavoro proprio con il ragazzo prepotente. L’apertura per errore di una cartella del pc del laboratorio legata all’a.s. 2013/2014 porta i due a leggere uno scritto del giovanissimo Enrico Pari, allora allievo della 4a B; il file recita, tra l’altro, “Qui è disegnata la mappa del mio tesoro. Tanto sono sicuro che nessuno ci metterà le mani se io non vorrò”. Segue la mappa stessa in cui è disegnata una casa ed è proposto un sibillino rebus. Comincerà una stimolante caccia alla scoperta dell’“enigma della casa” che coinvolgerà anche due studentesse della stessa classe di Enrico e Rocco, Elena e Licia. Qual è stata la sorte di Enrico? Cosa si nasconde nella dimora da lui indicata? Di che natura è il tesoro di cui si parla? La situazione si complicherà ulteriormente sino alla svolta, che vedrà Enrico, costretto dal bullo Rocco, entrare nella casa esponendosi a un pericolo.

Il romanzo si legge scorrevolmente in pochissimo tempo, anche perché il lettore è incuriosito dalla risoluzione dell’intrigante caso. Molti sono i temi che si affacciano all’attenzione dei giovanissimi lettori, con un chiaro intento pedagogico; quest’ultimo in ogni caso non comporta un appesantimento nella narrazione. Sebbene infatti la fabula preveda anche momenti e risvolti di una certa drammaticità, essi sono sempre stemperati dall’ironia dell’autrice e dal suo sguardo, fiducioso verso la vita e aperto al prossimo. Si è detto come tra i temi affrontati si inserisca quello del bullismo già in giovanissima età; l’intenzione di Palombi sembra peraltro quella di invitare a non stigmatizzare gli individui, cercando semmai d’intenderne le ragioni, in un percorso di scoperta dell’altro foriero di sviluppi impensabili. L’autrice mostra inoltre come una cortina di incomunicabilità spesso cali tra genitori e figli, anche quando l’età di questi ultimi renderebbe necessarie attenzioni e cure maggiori. A ciò si aggiunge la volontà di far riflettere sugli stereotipi: Rocco ritiene Licia inadatta a prender parte all’indagine e di fatto esclude costantemente le compagne, ma il loro intervento si rivelerà tutt’altro che irrilevante, non solo nella risoluzione di rompicapi.

Palombi invita i suoi lettori e non temere di esprimere le proprie emozioni, in qualunque forma ciò avvenga: è questo il senso delle “parole ritrovate” che aiuteranno uno dei personaggi a riconciliarsi con il passato, a superare il tempo della cristallizzazione nel dolore e ad andar nuovamente incontro alla vita e alle sue sorprendenti offerte. Tra case forse disabitate o forse no, tesori metaforici o concreti, nemici-amicizie sulla scia di quella dei disneyani Red e Toby, il romanzo di Palombi si dispiega con levità, mostrandoci quanto possa essere salutare deporre la fretta insalubre e fermarsi a risolvere un rebus, sia esso un enigma fattuale o quello, psichico-emotivo, celato nel volto della persona che ci siede dinanzi e che magari non riusciamo proprio a comprendere.

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