Nasce la nuova Vallisa

di Loredana Lorusso

 

A Marconia (Mt), il 3 settembre del 2023, alle ore 16,30, presso l’associazione culturale Ce.C.A.M., la Comunità Letteraria guidata dal Professor Daniele Giancane si è riunita attorno ad un tavolo, su cui spiccava un vaso con un benaugurante ramo di melograno, per decidere della storica rivista poetica La Vallisa. Dopo il “colpo di mano” che ha interessato la composizione della redazione della rivista suddetta, Il Professor Giancane ha deciso di rendere la rivista da accademica a militante, il più possibile vicino anche ai non addetti.

L’idea della Comunità ha fatto da filo conduttore a questa decisione ed ha unito le diverse scintille emergenti entro un’unica costellazione di senso.

Il primo punto affrontato è stato quello della periodicità della rivista. Il prossimo numero, edito sempre da Gagliano, sarà infatti un numero doppio 120/121 e si articolerà nelle seguenti sezioni:

  • Assunta Finiguerra
  • Poesia
  • Narrativa
  • Poesia dialettale
  • Itinerari di gruppo
  • Comunità
  • Critica letteraria
  • Scuola e poesia
I nuovi redattori, tutti presenti alla riunione fatta eccezione per “l’inviata all’estero”, la poetessa Elisabeth Ferrero, sono in tutto 14 tra poeti pugliesi, calabresi, lucani e toscani.

Con l’entusiasmo tipico di chi si affaccia ad intraprendere una nuova avventura, l’intera comunità ha avuto modo di confrontarsi, ascoltarsi e proporre nuove idee circa il Manifesto della rivista, redatto nel 1981.

Ogni singolo punto del Manifesto è stato esaminato e discusso da ciascun membro della comunità.

Rodia si è posto il problema di che tipo di poesia divulgare, una poesia da far rientrare nei binari di differenziazione rispetto alla narrativa, una poesia da introdurre nelle scuole.

Bufi ha avvalorato l’idea di far circolare la rivista nelle scuole, anche in virtù delle filastrocche che troveranno spazio nella sezione dedicata all’infanzia nella nuova edizione.

Curatolo ha parlato di formazione dei docenti all’insegnamento della poesia.

Lauria ha proposto di non insistere sull’insegnamento di cosa sia la poesia perché il proposito non deve essere quello di imboccare il lettore, bensì di introdurre una sezione sulla novità del linguaggio. La comunicazione sta cambiando, la poesia per conquistare le nuove generazioni deve essere diretta e rivolta al quotidiano.

Vivona ha suggerito di snellire il manifesto, portandolo a 10 punti più incisivi e accattivanti per le nuove generazioni e di parlare di poesia non come terapia ma come ricerca del sé

“La poesia è un selfie al contrario” ha detto Lauria per rafforzare il concetto di poesia come ricerca dell’interiorità. Inoltre, Vivona ha consigliato l’ingresso dei poeti nelle scuole con progetti extra curricolari multidisciplinari.

Lafranceschina ha rimarcato nel manifesto il punto dedicato al recupero della cultura del territorio e del dialetto.

Girasoli ha suggerito di enfatizzare il punto in cui si parla di autenticità della poesia arricchendolo di qualità come l’azione e l’incisività.

Stano ha innescato un dibattito sulla rivalutazione della ritmicità della poesia tramite l’uso delle rime.

Messa, a proposito della mediterraneità della poesia, ha ritenuto possa essere una buona idea sfruttare le nuove tecnologie per contattare intellettuali di altre nazioni ed inoltre ha proposto di introdurre di volta in volta delle parole chiave su cui sviluppare degli speciali della rivista.

Lorusso si è agganciata all’affermazione di Giancane: “la poesia è femmina”, per puntualizzare il concetto che, è giusto che la poesia, oltre che educare, seduca, ossia conduca a sé affascinando, “altrimenti io come poetessa erotica che ci sto a fare?”

De Giglio ha ribadito il concetto di mediterraneità come empatia tra i popoli e l’importanza dell’introduzione della poesia nelle scuole.

Positano vorrebbe esaltare nella poesia l’aspetto storico e sociale e a proposito della mediterraneità ha suggerito di essere con fierezza testimoni di noi stessi, orgogliosi della nostra identità.

“Vi piacerebbe far comparire la parola Sud come sottotitolo della Vallisa? “ha domandato ai nuovi redattori il Professor Giancane.

Lippo ha sottolineato l’idea di mantenere alto il livello della poesia inserendo il concetto di cura, non necessariamente intesa come appannaggio riservato alle donne.

De Luca ha rimarcato l’importanza di una poesia che sia popolare sì ma non secondo le modalità che ci impongono i social ma attraverso l’adozione anche di un linguaggio, perché no, più lento.

Tutti i nuovi redattori si sono dimostrati d’accordo nel mantenere l’autogestione della rivista e di farsi portatori sani di poesia.

E proprio in quanto tali, al termine di questa proficua e importante discussione, si è dato vita ad un reading di poesia ascoltando innanzi tutto la voce dei padroni di casa, i poeti Giovanni di Lena e Grazia Giannace.

La svolta è così iniziata, il cammino è ripreso non senza ringraziare i pionieri della rivista La Vallisa, la vecchia guardia fondante, da cui orgogliosamente raccogliamo il testimone.

 

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