Una bambina perduta di Tory L. Hayden, Corbaccio

di Fulvia Degl’Innocenti

 

Specialista nell’ambito della psicopatologia infantile, Torey L. Hayden è stata l’autrice del best seller: Una bambina, in cui rievocava in forma narrativa il caso di una piccola paziente.

Analoga operazione in questo suo ultimo libro: Una bambina perduta, in cui la protagonista è Jessie, 9 anni, in apparenza bella e amabile, ma che manifesta comportamenti disturbati e per questo motivo è stata allontanata dalla famiglia, incapace di gestirla, e affidata a una comunità. Tory Hayden, americana, all’epoca del caso operava in Inghilterra come volontaria, ed era stata chiamata come consulente per quella che appariva una situazione complessa. La psicologa incontra la bambina una volta alla settimana, e da subito si rivela molto complesso entrare in relazione con lei, che appare manipolatrice, bugiarda, sfuggente. Si delinea pian piano un quadro familiare molto disturbato: la madre, che l’ha avuta in tarda età a distanza di altre tre figlie, è caduta in depressione dopo il parto diventando inaccudente e arrivando a chiuderla a chiave in una stanza. La reazione di Jessie è stata violenta: torturava il cane, appiccava incendi, solo a scuola mostrava interesse per lo studio, spinta dal desiderio di primeggiare. Jessie mostra un interesse morboso per la sfera sessuale, come se ne avesse avuto esperienza. Tory Hayden sospetta che sia stata vittima di abusi, e attraverso l’uso di burattini prova a farsi raccontare dalla bambina che cosa le sia successo. In un primo momento Jessie accusa di averla molestata proprio il responsabile degli educatori che viene allontanato e deve subire un processo. Tory non è convinta sia la verità, e continua a indagare. Malgrado il comportamento di Jessie sia respingente e ricattatorio, si affeziona a lei, la porta a fare anche una gita in campagna, fino a quando riesce a farsi dire una sconvolgente verità. Il tema dell’abuso dell’infanzia è quanto mai attuale, è sempre difficile far testimoniate i bambini che talvolta cadono vittime di suggestioni e le loro parole rischiano di essere manipolate e mal interpretate fino a coinvolgere degli innocenti.

Tory Hayden mostra tutto il suo scrupolo, la sua professionalità unita a un sincero interesse per la bambina che ha di fronte: da un lato fa ricorso alle teorie psicologiche, dall’altro alla sua sensibilità. Ci sentiamo irritati dai comportamenti di Jessie, a cui è davvero difficile volere bene, perché da vittima si trasforma in carnefice, infierendo sui compagni, costruendo castelli di bugie, provocando chi cerca di aiutarla, con la sua sottile e perversa intelligenza. Eppure la psicologa non molla, va oltre le manifestazioni esteriori e non dimentica mai che ha di fronte una bambina che soffre.

Una grande prova di sensibilità e competenza, che getta una luce sul disagio dell’infanzia e la possibilità di riscatto.

 

(Recensione apparsa su FC 2020)

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