Flamenco e cioccolato di Maria Pia Latorre, G.C.L. edizioni, 2022

di Claudia Zuccarini

 

In questo periodo storico così difficile e disumanizzato è necessario il contatto con la delicatezza e la speranza. La poesia giunge a darci conforto, ad affidarci alla bellezza dalle sfumature molteplici e lievi.

La silloge “Flamenco e cioccolato” è suddivisa in quattro sezioni che scandagliano il creato con suggestioni artistiche. Questa contaminazione con l’arte fa parte dell’io dell’autrice, si intuisce da ciò che è e da ciò in cui crede, dal suo appartenere alle visioni pittoriche. Il ripetuto ricorrere ai colori della natura, soprattutto il verde, ci appare come una ricerca cromatica su tavolozza e sancisce, inoltre, la predilezione per temi che caratterizzano l’autrice: il rispetto e l’amore per la natura. L’attenzione ai sentimenti, un ulteriore filo conduttore, si interseca con gli altri leitmotiv in un unicum percettivo, attraverso un percorso che dal privato si estende all’umanità intera e attribuisce una dimensione più ampia alla raccolta, valicando il contingente.

La vivacità e la poliedricità del vivere della Latorre si trasmuta in versi ritmici, densi di figure retoriche e privi di punteggiatura, che regalano al lettore un proprio incedere nella fruizione e nell’incanto.

La poesia richiede anima e cura stilistica, presenti in questa raccolta. Sono liriche non commerciali, lontane dalla ricerca di facili like.

 

Nuovo giorno

 

Buongiorno a quest’alba

di luce che entra

senza bussare

 

Solo la mia commozione

 

Buongiorno in fretta e furia

e avemarie a girare su dischi rotti

mentre piovono viole di catrame

sulla sedia del passato

ancora dormono i miei abiti sgonfi

 

Mi rimbocco

sotto un’illusione di canapa

chiedo soltanto un giorno di

vento e nuvole bianche

 

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