Non è ancora domani

Regia: Paola Cortellesi

Con: P. Cortellesi, V. Mastandrea, R. M. Vergano, E. Fanelli, G, Colangeli, V. Marchioni

Italia, 2023. Durata: 118’

 

di Italo Spada

 

La storia narrata dalla Cortellesi si chiude con il sorriso di una donna che, senza il permesso del marito, è andata a votare in quelle che furono le prime elezioni politiche con diritto di voto per le donne. Siamo, come ci ricorda la didascalia finale, nel giugno del 1946. L’ultima sequenza è tutta per la protagonista Delia che, all’uscita dal seggio, incontra lo sguardo compiacente della primogenita Marcella e quello corrucciato del marito Ivano. Il blocco delle immagini è una provocazione della regista che, prima di concludere, ci invita a entrare nella vicenda: e ora, secondo voi, che cosa succederà? La pausa dura un solo istante: la massa dei votanti (per lo più donne) fa da scudo, il marito batte in ritirata, Delia e Marcella si scambiano un sorriso di soddisfazione e amore. Fine del film della Cortellesi, ma non del nostro. Viene spontaneo, infatti, chiedersi quello che accadrà a Delia quando rientrerà a casa e se, dopo 80 anni, i problemi affrontati – la condizione di inferiorità della donna, i soprusi, le violenze domestiche, la miseria provocata dalla guerra, ecc. – sono stati definitivamente superati e se quel domani annunciato nel titolo è arrivato veramente, o dobbiamo aspettare ancora.

Leggiamo: «Lui ammazza lei e si suicida», «Accoltella moglie e figli», «Da anni picchiava e insultava moglie e figli», «I genitori litigano in casa. A otto anni telefona ai carabinieri», «Spezza le dita alla moglie e la minaccia di morte», «Picchia la compagna e la tiene in ostaggio in bagno tutta la notte», «Donne stuprate e uccise a Gaza»; «Violenza tra le mura domestiche»…

No. Decisamente, non è ancora il momento di utilizzare la parola FINE.

 

 

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