“Ti racconto il Sud – Fatti, fiabe e leggende della tradizione orale” di Cosimo Rodia, Adda Editore

di Daniele Giancane

(Università di Bari)

 

Cosimo Rodia, scrittore poeta e studioso di letteratura per l’infanzia, ci offre con questo ‘Ti racconto il Sud’ (Fatti, fiabe e leggende della tradizione orale) un bel volume di storie che sono fortemente collegate (direi radicate) con la civiltà contadina del Sud, quando imperava la ‘civiltà del vicolo’, ovvero una vita di comunità che – certamente – a volte portava a pettegolezzi e screzi, ma che costituiva una sorta di famiglia allargata, in cui zii e nonni, vicini di casa e paesani facevano parte di un ‘unicum’. Non voglio dire che questo mondo sia del tutto scomparso, perché – specie nei piccoli paesi – ancora le notizie volano di bocca in bocca, ancora ci si riconosce attraverso i soprannomi e nei bar si intavolano infinite discussioni sulle partite di calcio.

‘Ti racconto il Sud’ è un libro importante, perché – se è giusto e inevitabile che si vada verso la globalizzazione e quindi verso una società multiculturale – è anche vero che occorre salvaguardare la nostra identità. Lo ‘sguardo’ oggidì dev’essere planetario e identitario allo stesso tempo. Tutto ciò vale soprattutto per i ragazzi, che rischiano di accettare modi e atteggiamenti di culture dominanti, senza conoscere affatto la cultura di provenienza.

Pochi conoscono ormai le fiabe della Puglia o della Basilicata; pochi sanno di usi e costumi del popolo meridionale (la sua storia, la sua antropologia, la sua specificità, dal cibo ai personaggi magici, come il ‘monacello’ e ‘la fata della casa’).

È ora – insomma – di riappropriarci della nostra cultura. I racconti di Rodia si muovono fra umorismo, dramma, astuzie, senso del destino, in una sorta di ‘equilibrio’ cosmico del racconto popolare, che alla fine – quasi sempre – premia chi agisce secondo buone intenzioni e punisce il ‘cattivo’.

I racconti di Rodia sono scoppiettanti, scritti con mano leggera, con un linguaggio semplice e immediato (senza mai essere banale).

Si è detto più volte che scrivere per i ragazzi è assai più difficile che scrivere per gli adulti: occorre tener presenti le modalità di lettura e di approccio al libro del giovane lettore. Il Nostro, essendo anche uno studioso di letteratura giovanile, conosce come ci si rapporta al mondo dei ragazzi (che vogliono – per esempio – storie accattivanti, con molto dialogo e poche descrizioni) e dà quindi luogo ad un libro perfettamente ‘adatto’ ai giovanissimi.

‘Ti racconto il Sud’ è allora un libro che può davvero servire da stimolo (al di là del piacere della lettura) ad una ricerca sulla nostra storia, sul ‘come eravamo’ e su quello che – ancora – in parte siamo.

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