Il flash-back della Donna in tram di Sandro Penna

di Italo Spada

 

Un film è come un blocco di marmo. A scolpirne la storia è il soggettista, che vede la trama anche là dove c’è solo una parola, una frase, un brano, un’immagine, una scena.

La domanda è questa: dove dà il primo colpo di scalpello lo scultore quando inizia a scolpire una statua? Il blocco di marmo che ha davanti è informe, insignificante, muto. L’osservatore profano non sa quale parte sarà modellata per prima – la testa, il braccio, i piedi, il busto… -, ma l’artista già vede il soggetto che vi è celato. Ed è il solo a vederlo, perché ha occhi diversi, capaci di bucare anche le pietre più dure.

Anche il poeta vede l’invisibile, ha occhi che penetrano la realtà e il suo sguardo va al di là dell’ovvio.

Si prenda, come esempio, Donna in tram di Sandro Penna. Nulla di più normale della scena che ci si presenta nei primi due versi e che viene già anticipata nel titolo (che fa parte integrante della storia).

Il poeta sta viaggiando su un tram e viene attratto da una donna, probabilmente seduta vicino al finestrino, con il figlioletto in braccio. La donna vuole baciare il bimbo: è un gesto che ha fatto chissà quante volte, ma che non si stanca di ripetere. Di nuovo, c’è la reazione del piccolo che non vuole essere disturbato. Il suo non è un rifiuto alle attenzioni materne, ma la rivendicazione di un diritto alla curiosità. Non conosce ancora il mondo ed è attratto da tutto ciò che vede scorrere sotto i suoi occhi. Di norma, di fronte a gesti simili, tutte le mamme reagiscono osservando a loro volta ciò che i figli osservano; comprendono la reazione e la studiano, cercando di immaginare i misteriosi processi che caratterizzano l’apprendimento infantile. Non avviene la stessa cosa per la mamma osservata dal poeta: ella è delusa, non tanto perché è la prima volta che il bimbo rifiuta le sue attenzioni (tant’è che riesce ugualmente a sorridere), e nemmeno perché si sente assalita da un improvviso sentimento di gelosia, quanto perché le viene spontaneo collegare quel gesto a qualcosa che da tempo tenta di cancellare dalla sua mente e dai suoi ricordi. È un attimo: per uno di quegli strani voli pindarici che la fantasia fa compiere, la donna collega il capriccio del piccolo uomo che le sta davanti agli occhi a quello di un altro uomo. E non si tratta di un uomo qualsiasi, ma dell’altro uomo della sua vita, verosimilmente il padre del bambino.

Con una tecnica filmica ineccepibile, Sandro Penna apre improvvisamente nella vita della donna in tram un capitolo doloroso che, pur tratteggiato in un rapido flash-back, contiene tutti gli elementi necessari per la ricostruzione della vicenda. In altre parole e senza il timore di allontanarci troppo dalla verità, ecco quello che può essere accaduto a questa donna.

Viveva, tempo prima, con un uomo.

Era il suo uomo, quello per il quale aveva lasciato da parte ogni cosa: i genitori, la casa paterna, il lavoro, le amicizie. Tutto bene durante il primo periodo della loro convivenza: non c’erano soldi, ma c’era l’amore. Poi le prime incomprensioni, i primi litigi. Avevano chiarito tutto e s’erano lasciati alle spalle i problemi; almeno, così sembrava a lei e così egli le aveva detto.

Nuovi ardori e la passione che ha il sopravvento sulla prudenza.

Due mesi dopo, a cena, lei gli rivela di essere in attesa di un bambino. Lui resta muto a guardarla negli occhi. Riesce a dirle solo: “Sei sicura?”. Certo che era sicura.

Di mese in mese, mentre il bambino le cresce dentro, l’uomo le sfugge. Ha paura di quella paternità inattesa, si sente gravato di responsabilità. E poi è ancora giovane, non intende rinchiudersi in una casa, dire addio alle amicizie, ai divertimenti, alla vita…

Già: la vita! La vita che vuole guardare di fuori, come ha scritto sull’ultimo bigliettino lasciato in cucina.

 

Donna in tram

 

Vuoi baciare il tuo bimbo che non vuole:

ama guardare la vita, di fuori.

Tu sei delusa allora, ma sorridi:

non è l’angoscia della gelosia

anche se già somiglia egli all’altr’uomo

che per “guardare la vita, di fuori”

ti ha lasciata così…

 
 

soggettiva del poeta

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Primo Piano

 

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